TREVISO – “Renato Casaro. L’ultimo cartellonista del Cinema” è la mostra che celebra l’artista, dal 28 marzo al 30 settembre 2021, in tre differenti sedi a Treviso: al nuovo Museo Nazionale Collezione Salce, che per l’occasione apre nella ritrovata Chiesa di Santa Margherita, al Complesso di San Gaetano, l’altra sede del Museo, e ai Musei Civici di Santa Caterina.
Quella di Casaro è un’arte ormai scomparsa e anche per questo motivo l’artista assurge a simbolo di quella scuola italiana di cartellonisti del cinema, dove perizia tecnica, creatività, genio e istinto erano le garanzie e il valore aggiunto per il successo di innumerevoli film nazionali e internazionali. Casaro lascia in eredità una mirabile galleria di manifesti, testimonianza fondamentale per la storia del cinema.
L’esposizione, curata da tre specialisti del settore, Roberto Festi e Eugenio Manzato, Maurizio Baroni, documenta 170 film e lo fa partendo dal “prodotto finito”, ovvero dai manifesti a due e quattro fogli, destinati alle sale cinematografiche o all’affissione. Sono oltre un centinaio i pezzi selezionati e restaurati per l’occasione, alcuni dei quali acquisiti per questa esposizione. Strutturata con una progressione cronologica, ma anche con una scansione tematica che segnala i generi più “frequentati” da Casaro, la mostra, sia nella sede di Santa Margherita che in quella di Santa Caterina, accosta ai grandi e multicolori affissi, una selezionata serie di bozzetti studio e gli “originali” – l’opera finita che serviva per stampare il manifesto – provenienti dall’archivio dell’artista e da importanti collezioni pubbliche e private.
Un percorso che permette di comprendere la crescita professionale e la cifra stilistica dell’artista ma anche le innovazioni tecniche che Casaro adotta e sviluppa negli anni: dalla istintiva pennellata degli esordi, alle composizioni in parte fotografiche degli anni Settanta, sino alla raffinate maquettes ad aerografo che lo rendono celebre, in particolare nei ritratti degli attori protagonisti, tra gli anni Ottanta e Novanta, quando il manifesto disegnato giunge al tramonto.
Sorprendente vedere accostati Trinità e Rambo o gli indimenticabili manifesti di capolavori quali I magnifici sette, C’era una volta in America, Amadeus, Il nome della rosa, Il tè nel deserto, L’ultimo imperatore.
Nelle tre sedi è presente anche un inedito video, prodotto da FilmWork che, per flash, mostra al pubblico trailer e spezzoni di film dei quali Casaro ha curato il corredo iconografico e alcune sue riflessioni su un’invidiabile e per per certi versi unica carriera professionale.