BOLOGNA – “U.MANO – Arte e scienza: antica misura, nuova civiltà” è la nuova mostra di Fondazione Golinelli curata da Andrea Zanotti con Silvia Evangelisti, Carlo Fiorini e Stefano Zuffi.
Al centro della mostra “la mano”, elemento di raccordo tra la dimensione del fare e quella del pensare, quindi rappresentativa del legame, oggi perduto, tra arte e scienza, che proprio nella cultura italiana ha raggiunto il suo culmine e che la Fondazione Golinelli continua invece a portare avanti nel suo Opificio.
«L’antica alleanza che un tempo teneva unite arte e scienza – spiega Andrea Zanotti, Presidente di Fondazione Golinelli – sottintendeva intuizioni della mente e opere delle mani volte alla ricerca di quella discontinuità che nutre il progresso umano. È vero infatti che possiamo indagare il volto del futuro attraverso il calcolo delle probabilità e la capacità computazionale che toccano oggi nei big data il vertice più elevato; ma è vero anche che l’intuizione del futuro sta nelle anticipazioni, solitarie e dolorose, di scienziati e artisti che scrutano orizzonti a noi preclusi. È la solitudine di Leonardo che immagina con quattrocento anni di anticipo la capacità dell’uomo di volare».
Il percorso espositivo è sviluppato su più piani di lettura, dall’esplorazione dell’interiorità dell’uomo all’aprirsi alla comprensione dell’universo che gli sta intorno, in stretto e inevitabile collegamento con il cervello.
In mostra tre grandi installazioni: le mani chiuse, emblema della riflessione sulla propria origine e interiorità, e quelle aperte, che rappresentano invece l’esplorazione e la conoscenza del mondo circostante, e una terza prodotta da Fondazione Golinelli in occasione di ArteFiera 2019, mano-cervello,una scultura “aumentata” che invita ad osservare come osserviamo, giocando prima con gli inganni della percezione e poi con la manipolazione dei dati di osservazione.
In particolare nello spazio creato dalla scultura “mani chiuse” è stato collocato collocato il De Symmetria partium in rectis formis humanorum corporum libri, di Albrecht Dürer, un trattato sul disegno della figura umana le cui istruzioni sono state interpretate come uno dei primi algoritmi di arte generativa. Questo algoritmo è stato applicato per trasformare le dimensioni della mano in frequenze e in rapporti fra esse, ottenendo così i suoi suoni.
Nel percorso sono inoltre presenti dipinti realizzati tra Cinquecento e Seicento: la Madonna col Bambino attribuita a Caravaggio; Giuditta e Oloferne di Giovan Battista Crespi; Il Cristo della moneta di Mattia Preti; la Madonna col Bambino di Ludovico Carracci e San Giovanni Battista di Guercino (Pinacoteca Capitolina); Ritratto di Francesco Arsilli di Sebastiano del Piombo (Pinacoteca “F. Podesti”).
Si arriva poi a un indice puntato verso il Cielo, a ricordare il destino di grandezza cui l’uomo è chiamato e che è tutto iscritto nel Giudizio Universale della Cappella Sistina. Quel dito, reinterpretato da Michelangelo Pistoletto nel “quadro specchiante” che ripropone la Creazione di Adamo di Michelangelo nella contemporaneità, indica un’idea della Creazione diversa da quella della tradizione antica, in cui il tocco della mano rappresenta l’elemento di raccordo tra Creatore e creato, tra la pura capacità creativa e il mondo delle cose, avviando l’uomo alla conoscenza, invitandolo a sviluppare le proprie potenzialità. Un nuovo, possibile destino che, ancora una volta, è nelle nostre mani.
Ed è un destino che evolve nel segno del dominio della tecnica, che ci schiude possibilità inimmaginabili, fino alla ricostruzione della Battaglia di Anghiari, opera perduta di Leonardo la cui informazione in rete è stata ri-materializzata dai ragazzi che frequentano i laboratori sulla mostra di Fondazione Golinelli.
Un ulteriore livello di percezione sullo spazio espositivo è offerto da un altro laboratorio di gamification che ha trasportato temi della mostra nello spazio di un gioco immersivo in Virtual Reality. L’ultimo passo nell’evoluzione della mano, conduce a un presente avveniristico, nel quale è protagonista l’arto bionico, un’opera di ingegneria avanzata realizzata dai giovani ricercatori di BionIt Labs srl – una delle start-up che operano nell’incubatore-acceleratore G-Factor – che hanno progettato un arto innovativo e adattabile a ogni paziente.
Lo sguardo sul futuro non deve farci dimenticare “l’u.manità”, categoria dello spirito evocata dall’opera di Gianluigi Rocca Anatomia della Conoscenza (Le mani degli ultimi).
Spiega ancora Zanotti: «Le cose che creiamo non possono essere solo utili ma devono anche riflettere quella bellezza senza la quale il genere umano rischia di perdere la sua parte immateriale, la più preziosa: lo spirito».
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Vademecum
U.MANO – Arte e scienza: antica misura, nuova civiltà
A cura di: Andrea Zanotti con Silvia Evangelisti, Carlo Fiorini e Stefano Zuffi
Prodotto da: Fondazione Golinelli
Ideazione concept e installazioni originali: Carlo Fiorini
Centro Arti e Scienze Golinelli | Opificio Golinelli, via Paolo Nanni Costa, 14 – Bologna
20 novembre 2019 – 9 aprile 2020
Orari: da martedì a venerdì ore 10-19; sabato e domenica ore 11-20
Ingresso: 10€ intero, 8€ ridotto, 10€ biglietto attività + visita per bambini e ragazzi (non applicabile riduzione)
Catalogo: BUP – Bononia University Press – 24€
Informazioni su: www.mostraumano.it| www.fondazionegolinelli.it