FIRENZE – Il Terrazzo delle Carte Geografiche agli Uffizi, dove Dario Argento nel film “La sindrome di Stendhal” (1996) ambientò la scena in cui la protagonista perdeva i sensi, riapre al pubblico martedì 14 dicembre, dopo una chiusura durata oltre venti anni, fatta eccezione per un breve periodo nel 2014, per accogliere una mostra dedicata alla Tavola Doria.
La riapertura a fine restauro è stata presentata oggi, 13 dicembre, in concomitanza con l’avvio del Congresso Internazionale della Cartografia, organizzato proprio nel capoluogo toscano.
Le mappe rappresentate
Il Terrazzo è una sala ampia un centinaio di metri quadrati, così chiamata perché in origine l’architetto Giorgio Vasari l’aveva fatta costruire come loggia aperta. Fu successivamente trasformata in spazio chiuso intorno agli anni Novanta del Cinquecento, quando Ferdinando de’ Medici tornò da Roma, dove era cardinale, per diventare, con il nome di Ferdinando I, Granduca di una Toscana appena unificata dopo la vittoria di Firenze contro Siena.
Per celebrare tale conquista e la grandezza della dinastia, fece ideare dal cartografo Stefano Bonsignori le mappe dei territori del Granducato, poi dipinte dal pittore Tommaso Buti: due grandi “carte” geografiche, ognuna occupante una intera parete, che rappresentano minuziosamente e in scala circa 1:30.000 i possedimenti medicei. Una terza parete raffigura l’isola d’Elba nel mar Tirreno. La pittura, in questo caso risale alla metà dell’Ottocento, giacché la versione originale, cinquecentesca come le altre, era andata infatti perduta durante una operazione di rifacimento dell’intero muro.
Da oggi, accanto all’Elba, è esposta un’altra bellissima opera: il celebre piano di tavolo in pietre dure con la Veduta del porto di Livorno, realizzato nel Cinquecento da Cristofano Gaffurri su disegno di Jacopo Ligozzi.
Il restauro e il riallestimento
Un lavoro lungo e complesso quello per restaurare e riallestire il Terrazzo, portato avanti dalle Gallerie e dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. Due anni la durata dei lavori per un costo complessivo di oltre 700mila euro, dei quali circa mezzo milione offerti dai Friends of the Uffizi Galleries, il ramo statunitense degli Amici degli Uffizi. Circa 50 gli specialisti coinvolti. Particolarmente delicate le operazioni sulle mappe murali e i nove dipinti del soffitto: delle prime è stata ripristinata la cromia e la leggibilità anche della luminosa toponomastica in oro, mentre sui secondi l’intervento di recupero ha interessato sia i dipinti su tavola – in alcuni casi gravemente danneggiati da infiltrazioni di acqua dal tetto nel corso dei secoli – che le cornici decorate e dorate. Ristrutturata integralmente infine la pavimentazione, in cotto fatto a mano, che richiama quella originaria, dell’antico terrazzo vasariano. Il restauro architettonico e l’allestimento si devono ad Antonio Godoli (già architetto responsabile degli Uffizi), e la direzione scientifica dei restauri dei dipinti murali e su tavola ad Anna Bisceglia (curatrice della pittura del Cinquecento agli Uffizi). La direzione tecnica è di Cristiana Todaro (funzionaria restauratrice dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, settore pitture murali e stucchi), le ricerche documentarie e archivistiche a cura di Daniela Smalzi.
La sala è stata anche dotata di dieci sedili per fermarsi a godere dei dettagli delle carte geografiche e del soffitto, mentre un sistema di condizionamento con speciale calibrazione garantirà una climatizzazione costante.
Per evitare assembramenti e garantire una visita sicura e piacevole, lo spazio è stato dotato vicino alla porta di un sistema computerizzato che regola automaticamente gli accessi fino a un massimo di venti persone.
“Su queste pareti – ha detto il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt – ammiriamo una spettacolare rappresentazione della Toscana, dove i nomi antichi di oltre 1200 tra città e borghi, anche i più piccoli e sperduti, sono elegantemente vergati in oro e spesso corredati della prima raffigurazione pittorica nota delle varie località. Tutti gli abitanti della regione possono riconoscere nelle grandi mappe degli Uffizi i luoghi a loro cari, le loro origini riscoprendo la storia del territorio e del suo paesaggio”.