Un blu profondo, medievale, riemerge dopo secoli di oblio. Un cielo affrescato che torna a respirare luce, visibile da pochi centimetri di distanza. È questo il cuore del progetto di restauro degli affreschi absidali del Santuario di San Francesco del Prato a Parma, uno degli esempi più significativi del gotico italiano, oggi al centro di un’inedita esperienza immersiva aperta al pubblico dal 21 aprile al 4 maggio 2025.
Un cantiere che diventa spazio di contemplazione
Il progetto, significativamente intitolato “Gli affreschi come non li hai mai visti”, apre eccezionalmente i ponteggi al pubblico prima della loro rimozione. Un’occasione rara che capovolge la prospettiva tradizionale, permettendo ai visitatori di accedere a una vicinanza intima con opere pensate per essere osservate da lontano. Si entra così in un luogo sospeso tra terra e cielo, dove la materia pittorica svela la propria fragilità e, insieme, la sorprendente resistenza alla prova del tempo.
Ogni dettaglio racconta una storia: le sfumature minute dell’azzurrite, la brillantezza ancora viva della foglia d’oro, i volti dei santi restituiti alla loro dignità espressiva. A colpire è la complessità del racconto iconografico che si intreccia con la memoria dell’edificio, trasformato in carcere in epoca napoleonica e a lungo lasciato al degrado. L’arte qui non è solo oggetto da restaurare, ma testimone di una lunga vicenda storica e civile.
Una comunità in cammino verso la rinascita
Il recupero dell’abside di San Francesco del Prato non è solo il frutto di un intervento tecnico, ma il risultato di un coinvolgimento collettivo, di una mobilitazione culturale che ha restituito valore a un luogo profondamente segnato dalla storia. La metamorfosi da carcere a santuario, da spazio negato a spazio restituito, si riflette oggi nella possibilità di osservare da vicino ciò che per secoli è rimasto nascosto dietro intonaci e incuria.
È in questo contesto che l’esperienza sui ponteggi assume un significato simbolico ulteriore: un’ascesa fisica e al tempo stesso conoscitiva, che permette di toccare con gli occhi la materia viva dell’arte medievale.
Un’esperienza sensoriale tra arte e poesia
Durante le visite serali, il percorso si arricchisce della lettura di canti danteschi, creando un dialogo inaspettato ma coerente tra la parola poetica e la visione pittorica, tra la costruzione dell’immaginario ultraterreno e il cielo affrescato dell’abside. Un’immersione che non punta all’effetto spettacolare, ma a una forma di contemplazione lenta e consapevole.
Modalità di visita e informazioni pratiche
Le visite si svolgono in gruppi di massimo 15 persone, in due modalità:
- Con i volontari di San Francesco del Prato: tour di 45 minuti con donazione libera, prenotabile su sanfrancescodelprato.it. L’intero ricavato andrà a sostenere i prossimi interventi di restauro.
- Con guide professioniste dello IAT di Parma: visite prenotabili fino alle ore 17:00 del giorno precedente su parmawelcome.it, con parte del contributo devoluto al restauro del Santuario.
Accesso consentito solo ai maggiori di 11 anni; è richiesta un’adeguata preparazione fisica e l’uso di scarpe basse e antiscivolo. I partecipanti sono invitati a presentarsi dieci minuti prima dell’orario della visita.
Quello di San Francesco del Prato è un progetto che va oltre il restauro: è un laboratorio di rigenerazione urbana e culturale, capace di trasformare un simbolo di prigionia in un luogo di libertà dello sguardo e dello spirito. Un esempio di come l’arte, anche quando sembra irrimediabilmente compromessa, possa ritrovare la propria voce grazie alla determinazione delle comunità e al lavoro condiviso tra istituzioni, restauratori, volontari e cittadini.