CARRARA – Carrara torna a confrontarsi con il proprio mito fondativo attraverso una mostra che unisce due patrimoni: quello materiale della scultura michelangiolesca e quello visivo custodito dagli Archivi Alinari. Al CARMI Museo Carrara e Michelangelo, la mostra “Per forza di levare. Michelangelo scultore nelle fotografie degli Archivi Alinari” esplora un secolo e mezzo di immagini dedicate all’opera del maestro del Rinascimento, restituendo non solo i suoi capolavori, ma anche lo sguardo di chi li ha tradotti in fotografia tra Otto e Novecento.
Il progetto, promosso dal Comune di Carrara in collaborazione con la Fondazione Alinari per la Fotografia e curato da Rita Scartoni, con la consulenza scientifica di Cristina Acidini, si inserisce nelle celebrazioni per i 550 anni dalla nascita di Michelangelo, dando vita a un itinerario visivo che è anche una riflessione sul linguaggio stesso della fotografia.
«“Fotografie, fotografie…”, per lo storico dell’arte Bernard Berenson non ce n’erano mai abbastanza per fare il suo mestiere. – afferma Rita Scartoni, Responsabile Licensing e progetti della Fondazione Alinari per la Fotografia – Lungo più di un secolo, la mostra segue l’impegno degli Alinari nella riproduzione e diffusione dell’opera scultorea di Michelangelo, quell’arte che si fa ‘per forza di levare’. Un dialogo tra scultura e fotografia, tra materia e luce, che ci conduce attraverso una rilettura dell’opera dell’artista».
Uno sguardo fotografico sulla scultura
La mostra raccoglie circa 70 stampe fine art, accompagnate da un nucleo di stampe originali d’epoca, selezionate tra i fondi Alinari. Il percorso si dipana attraverso oltre 120 anni di produzione fotografica, dal 1852 in avanti, mettendo in evidenza le diverse fasi evolutive di una pratica che ha attraversato la storia dell’arte, della tecnica e della visione. Le immagini documentano come la fotografia abbia affiancato e spesso anticipato gli strumenti critici dello storico dell’arte, restituendo la tridimensionalità del marmo con mezzi bidimensionali, attraverso il lavoro di grandi atelier come Fratelli Alinari, Brogi, Anderson.
In mostra, accanto al celebre David fotografato da Leopoldo Alinari sull’arengario di Piazza della Signoria, si trovano riproduzioni monumentali realizzate su lastre di vetro fuori formato, come quella dedicata al Mosè, che raggiunge dimensioni oggi sorprendenti: un metro d’altezza per un negativo su vetro, vero oggetto di studio e di meraviglia tecnica.


I giganti di marmo e di vetro
Il dialogo tra scultura e fotografia si intensifica nella sezione Giganti di marmo e di vetro, che mette in parallelo il sogno visionario concepito da Michelangelo durante il suo soggiorno a Carrara nel 1505 — scolpire una montagna intera a picco sul mare — e le ambizioni tecniche dei fotografi ottocenteschi, capaci di trasformare le sculture in immagini monumentali grazie all’uso innovativo delle lastre di vetro.
Un altro nucleo di particolare interesse è costituito dalla campagna fotografica dell’atelier Brogi durante la Seconda Guerra Mondiale, nella Sacrestia Nuova del complesso di San Lorenzo a Firenze. Le statue rimosse e adagiate a terra, per motivi di sicurezza, vengono ritratte da angolazioni inusuali, offrendo una visione ravvicinata e totale, come se il visitatore potesse aggirarsi attorno a esse nello studio dell’artista. Immagini che rivelano porzioni solitamente invisibili di capolavori come Il Giorno e La Notte.
Carrara come luogo d’origine e di ritorno
Accanto al racconto delle opere, la mostra restituisce anche l’immagine della Carrara storica, con le fotografie provenienti dall’Archivio Corsini, parte del fondo Alinari. Gli scatti di Augusto Corsini mostrano la vita quotidiana delle cave, le tecniche tradizionali di estrazione e trasporto del marmo, e i paesaggi che hanno ispirato generazioni di scultori. Per Michelangelo, Carrara non fu solo una cava, ma un luogo di studio, selezione e confronto diretto con la materia, vissuto in prima persona con gli scalpellini e i cavatori del tempo.
Un archivio per il futuro
L’acquisizione degli Archivi Alinari da parte della Regione Toscana, avvenuta nel 2019, ha aperto nuove possibilità di valorizzazione pubblica di un patrimonio che non è solo documentario, ma anche interpretativo. Come sottolinea Giorgio van Straten, presidente della Fondazione Alinari, «la mostra consente di rileggere uno dei nuclei più antichi della collezione: la fotografia come strumento di studio dell’arte, che ha contribuito alla conoscenza dell’opera di Michelangelo in tutto il mondo».
“Per forza di levare” non è dunque solo un omaggio visivo all’artista, ma un’indagine sulle modalità con cui il suo genio è stato letto, interpretato, diffuso e, in qualche modo, riscritto attraverso la lente fotografica. In un luogo come Carrara, dove il marmo continua a essere una materia viva, la mostra assume un valore ulteriore: non solo celebrazione, ma consapevolezza di un’eredità che continua a trasformarsi.
Vademecum
Per forza di levare.
Michelangelo scultore nelle fotografie degli Archivi Alinari
18 aprile 2025 – 26 ottobre 2025
Un progetto di Fondazione Alinari per la Fotografia
a cura di Rita Scartoni
con la consulenza scientifica di Cristina Acidini
Inaugurazione: 17 aprile ore 18.00
Orari di apertura:
Dal 18 aprile al 31 maggio aperti dal martedì alla domenica 9:00-12:00 e 14:00-17:00.
Dal 1° giugno al 14 settembre aperti dal martedì alla domenica 9:30-12:30 e 17:00-20:00.
Dal 15 settembre al 26 ottobre aperti dal martedì alla domenica 9:00-12:00 e 14:00-17:00.
Chiuso il lunedì
Ingresso al CARMI (comprensivo della visita alle mostre):biglietto intero 5 euro,
biglietto ridotto 3 euro, disponibili gratuità.
Per informazioni: CARMI museo Carrara e Michelangelo
Via Sorgnano, 42 – Carrara (MS)
+39 335 1047450