VENEZIA – Nella serata del 30 marzo, presso le Nappe dell’Arsenale Nord, sono stati proclamati i vincitori della 13^ edizione del Premio Internazionale Arte Laguna.
La giuria presieduta da Igor Zanti ha annunciato i nomi dei 6 vincitori assoluti che ricevono ciascuno un premio di 7.000 euro per un totale di 42.000 euro e oltre 35 premi speciali realizzati con Partner internazionali presenti per la cerimonia di premiazione.
La giuria della sezione pittura composta da Alessandra Tiddia, chief curator presso il Mart di Trento e Rovereto e Vasili Tsereteli, direttore del Moscow Museum of Modern Art ha deciso di premiare, sia per il tema trattato che per la scelta stilistica, il polacco Ryszard Szozda con l’opera Test #03A #03B #03C (2017).
Il trittico riproduce un’immagine fotografica molto nota, entrata nell’immaginario collettivo per la potenza distruttrice ad essa legata, poiché si riferisce ai test nucleari svolti in Nevada negli anni ‘50. L’artista restituisce questa forza attraverso una pittura che si rivela lentamente al nostro occhio mentre la realtà intorno si dissolve esplodendo.
La giuria ha trovato interessante la traduzione in pittura di un’immagine già mediata dalla fotografia, attraverso il ricorso a una tecnica pittorica quasi astrattamente monocroma, che dimostra in realtà una grande abilità nel restituire tutta la tensione apocalittica di questo tema.
La giuria della sezione fotografia e digital graphics composta da Richard Noyce, scrittore, docente e critico d’arte ed Enrico Stefanelli, direttore artistico di Photolux Festival di Lucca ha deciso di premiare Silvia Montevecchi con Jisei no ku #1, 2017 | Jisei no ku #4 (2017)
L’opera della giovane artista (1994) è piaciuta per la qualità della composizione, dell’immagine, il valore narrativo e l’interessante relazione con la tradizione del Jisei no ku, brevi poesie della tradizione giapponese che esprimono l’ultimo pensiero prima della morte. Gli autoritratti di questo progetto traggono ispirazione da questo tipo di poesia per creare un mondo onirico in cui la morte è vista come un momento di sospensione.
La giuria della sezione scultura e arte virtuale composta da Flavio Arensi – direttore dei musei di Legnano e Eva González-Sancho, co-curatrice della prima Biennale di Oslo del 2019 ha deciso di premiare l’opera Yöti, The Algorithmic Portrait Artist (2017) dell’artista canadese Jean-Philippe Côté. L’opera ha colpito per la ricerca tecnica che integra la millenaria tradizione del ritratto con una visione profondamente contemporanea in relazione alle nuove tecnologie che stanno prendendo piede nel mondo dell’arte contemporanea.
La giuria della sezione video e performance composta da Filippo Andreatta, regista teatrale e co-curatore di Centrale Fies e Maxa Zoller, curatrice della sezione film di Art Basel e direttore artistico di International Women’s Film Festival di Dortmund ha deciso di premiare la performance Jardin / Arsenale (2016 – 2019) di Ginevra Panzetti ed Enrico Ticconi. La partitura gestuale dei due artisti si fa suono di un giardino che è lì, davanti a noi, ci avvolge eppure non c’è. L’esperienza del tempo della performance rimanda all’hic et nunc della natura, ad un giardino che da armoniosa connessione con la natura diventa un luogo altro, un giardino antropocentrico, una natura che ci sta sfuggendo.
La giuria della sezione land art e urban art composta da Mattias Givell, co-direttore di Wanås Konst in Svezia e Simone Pallotta curatore di arte pubblica e urbana ha deciso di premiare Burj el Hawa – The Tower of Wind (2018) dell’artista libanese Jad El Khoury. La missione più importante dell’arte contemporanea è cambiare la prospettiva del mainstream e così il lavoro vincitore trasforma un’intera torre di uffici abbandonata a Beirut in un oggetto urbano delicato e coreografico. Il lavoro affronta le problematiche centrali di oggi, ma resiste, in modo inspiegabile e complesso, aperto e bello.
La giuria della sezione Design composta da Alfonso Femia, architetto e fondatore di AF517 e Danilo Premoli, architetto e designer ha deciso di premiare Inclusive Tea House (2017) dell’artista italiana Elena Colombo. Il progetto vincitore ha colpito la giuria poichè il suo è un progetto for all che interpreta al meglio il ruolo contemporaneo del designer impegnato a definire e a promuovere modelli di produzione e utilizzo sostenibili per configurare anche una nuova cultura allargata della professione.
La mostra che si sviluppa nei 3.000mq delle Nappe dell’Arsenale Nord di Venezia sarà aperta fino al 25 aprile ad ingresso gratuito (orario 10 – 18).
Durante le quasi quattro settimane di apertura un ricco calendario di talk, visite guidate e attività per bambini (in collaborazione con Kid Pass) offriranno al pubblico un hub culturale aperto al dialogo, al confronto e all’approfondimento su alcuni temi.