ROMA – Riapre dopo 70 anni il rifugio antiaereo dei Savoia nel parco di Villa Ada. È stato infatti presentato il restauro alla presenza del subcommissario capitolino Ugo Taucer e del sovrintendente capitolino Claudio Parisi Presicce.
Il bunker dell’ampiezza di duecento metri quadrati venne realizzato tra il 1940 e il 1942 per proteggere dagli attacchi aerei la vita del Re Vittorio Emanuela III. Rimasto sconosciuto ai più dopo l’abbandono della città, si caratterizza per alcuni aspetti ingegneristici e professionalità di altissimo livello. Il luogo dove edificare il bunker fu individuato in direzione nord rispetto alla palazzina reale, a una distanza in linea d’aria di circa 350 metri.
I progettisti poterono sfruttare il cambio di quota dovuto alla presenza di una collinetta, per scavare il bunker all’interno del banco tufaceo, forse sfruttando in parte degli ambienti di cava già esistenti. In questo modo l’accesso avveniva a livello, senza dover percorrere scale o rampe, e la principale particolarità del bunker, grazie a questa caratteristica, era quella di poter accogliere al suo interno delle autovetture. Ma il vero cuore del bunker è una camera ad alta pressione sul modello tedesco, dotata di un efficace sistema di filtri per la depurazione e il ricambio dell’aria e di un sistema autonomo che permetteva, anche in assenza di energia elettrica o di malfunzionamento dei motori, di poter garantire il funzionamento dell’impianto di aerazione e filtraggio grazie a un sistema azionato da propulsione umana, tramite energia cinetica creata pedalando su una sorta di bicicletta. Il rifugio è inoltre dotato di 2 bagni, un’anticamera e 2 ambienti di servizio.
I lavori di restauro sono stati promossi dalla Sovrintendenza capitolina ai Beni Culturali e dell’Associazione Roma Sotterranea. Gli interventi sono stati di tipo filologico, effettuati andando a cercare tutto quello che era possibile ricomporre e che fosse fedele alla versione antica. I lavori, iniziati a metà ottobre 2015, hanno sviluppato un’attività di recupero, consistita nell’eliminazione dei numerosissimi graffiti e murales, nel ripristino dell’impianto elettrico e di tutte le porte blindate, ora perfettamente funzionanti, nella ricostruzione dei bagni e, all’esterno nella creazione di una strada agevole per l’accesso.
“Il parco di Villa Ada soffre da qualche tempo – ha ammesso Presicce – ma è un vero gioiello di cultura, opere d’arte e paesaggistiche che è necessario preservare come segno della storia della città e della memoria del Paese”.