La mostra dell’artista cinese ha inaugurato Conciliazione 5, il nuovo spazio per l’arte contemporanea del Dicastero per la Cultura e l’Educazione del Vaticano
ROMA – Alcuni luoghi restano ai margini dello sguardo, pur trovandosi nel cuore della città. Regina Coeli è uno di questi: un carcere che si affaccia su una strada percorsa ogni giorno da migliaia di persone, senza che nessuno si fermi a chiedersi cosa accada oltre quel muro. Con Oltre il muro – Regina Coeli, Roma, Yan Pei-Ming prova a colmare questa distanza, restituendo volto e dignità a chi vive e lavora dentro quella realtà.
Un nuovo spazio per l’arte contemporanea
Il 15 febbraio 2025, la mostra ha inaugurato Conciliazione 5, il nuovo spazio per l’arte contemporanea del Dicastero per la Cultura e l’Educazione del Vaticano, lungo la strada che conduce alla Basilica di San Pietro.

Conciliazione 5 è una finestra sempre aperta sull’arte: una window gallery visibile 24 ore su 24, concepita per portare nel cuore di Roma le voci più rilevanti dell’arte contemporanea. Situato lungo via della Conciliazione, il nuovo spazio espositivo è stato restaurato dallo Studio COR Architetti e avrà una programmazione annuale incentrata sul dialogo tra arte e spiritualità. La curatela per il 2025, anno del Giubileo, è affidata a Cristiana Perrella, che ha scelto di inaugurare il ciclo di mostre con un progetto dal forte impatto emotivo e sociale.
Yan Pei-Ming: ritrarre gli invisibili
Conosciuto per la sua pittura intensa e gestuale, Yan Pei-Ming (Shanghai, 1960) ha sempre utilizzato il ritratto come strumento per interrogare il potere e l’identità. Ha dipinto leader politici, icone del cinema, papi e figure della storia dell’arte, tra cui una rilettura del celebre Innocenzo X di Velázquez. Per questo, la curatrice Cristiana Perrella lo ha voluto per raccontare chi solitamente resta nell’ombra: detenuti, agenti di polizia penitenziaria, volontari, operatori sanitari e il cappellano di Regina Coeli, il carcere più antico e noto di Roma.


Il progetto è frutto di una collaborazione con il Ministero della Giustizia – Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e nasce da un ciclo di sessioni fotografiche realizzate con il fotografo Daniele Molajoli. Da quegli scatti, Yan Pei-Ming ha realizzato 27 ritratti di grandi dimensioni, dipinti ad acquerello, in cui volti e sguardi emergono con forza espressiva, carichi di umanità e fragilità.
“Il mio lavoro è sempre orientato verso l’essere umano“, afferma l’artista. “Ritrarre la società isolata di un carcere è un atto simbolico di svelamento e una vera possibilità di portare speranza“.
La scelta di Regina Coeli non è casuale. Il carcere, situato a pochi passi dal Vaticano, è tristemente noto per le sue condizioni di sovraffollamento e vivibilità precaria. È un luogo in cui la Speranza – tema centrale del Giubileo 2025 – appare un concetto fragile e lontano. Yan Pei-Ming, con la sua pittura rapida e incisiva, porta alla luce chi vive in questa dimensione sospesa, restituendo loro un’identità e un riconoscimento sociale.
“Attraverso l’uso del ritratto ha messo in atto una riflessione sulla rappresentazione del potere, spiega Cristiana Perrella. Per questo ho voluto che fosse lui a raffigurare detenuti e operatori di Regina Coeli, una comunità percepita come marginale, non individuata, invisibile“.
Un progetto che si inserisce nel Giubileo degli Artisti
L’opera di Yan Pei-Ming dialoga con il Giubileo degli Artisti e del Mondo della Cultura, un’iniziativa che intende mettere l’arte al centro di una riflessione più ampia sulla condizione umana. Anche Papa Francesco, nella Bolla “Spes non confundit”, ha più volte sottolineato la necessità di garantire ai detenuti condizioni di vita più dignitose, perché “solo così si può guardare all’avvenire con speranza“.
L’attenzione al mondo carcerario è un tema che si sviluppa in continuità con altri progetti promossi dal Dicastero per la Cultura e l’Educazione. Tra questi, il Padiglione della Santa Sede alla Biennale di Venezia 2024, ospitato nel Carcere della Giudecca, e l’intervento di Marinella Senatore nel Carcere di Rebibbia, che ha visto la creazione di un’opera luminosa realizzata con le parole dei detenuti.
Un programma annuale tra arte e spiritualità
La mostra di Yan Pei-Ming è solo il primo di quattro interventi che animeranno Conciliazione 5 nel corso del 2025. Ogni artista coinvolto sarà invitato a realizzare un’opera per lo spazio espositivo e a dialogare con un luogo della città, creando connessioni tra arte contemporanea e contesto urbano. Dopo Yan Pei-Ming, sarà la volta di Adrian Paci, il cui lavoro si intreccerà con la storia dell’Arcispedale di Santo Spirito in Saxia.