FIRENZE – Dopo oltre un anno di intensi lavori, il Complesso di Orsanmichele, monumento unico che fonde funzioni civili e religiose, riapre le sue porte al pubblico il 19 gennaio 2024. Questo straordinario patrimonio artistico e culturale, situato nel cuore di Firenze, è stato sottoposto a un ambizioso progetto di restauro, messa in sicurezza e riallestimento, che lo ha trasformato in un luogo completamente rinnovato e finalmente fruibile ai visitatori ogni giorno, ad eccezione del martedì.
Con una durata totale di 400 giorni, il museo, chiuso dal 12 dicembre 2022, e la chiesa, chiusa dal 16 gennaio 2023, sono stati oggetto di un investimento complessivo di € 1.135.026,43. Il progetto, che porta la firma degli studi Map Architetti e Natalini Architetti, è stato promosso dal Ministero della Cultura nell’ambito dei Grandi Progetti Beni Culturali. I lavori sono stati eseguiti dall’impresa Salvatore Ronga, vincitrice della gara indetta da Invitalia. Le operazioni sono state guidate da Benedetta Matucci, funzionaria storica dell’arte e responsabile del Complesso di Orsanmichele con Benedetta Cantini, funzionaria restauratrice dei Musei del Bargello.
Il Sindaco di Firenze e l’apertura al pubblico
Il Sindaco di Firenze, Dario Nardella, ha espresso la sua soddisfazione per l’imponente intervento di restauro e riallestimento, affermando che questo consentirà ai visitatori di apprezzare le statue all’interno del museo nella loro collocazione originaria, aumentando l’efficacia e la suggestione della visita. «Sono lieto, inoltre, che adesso il museo amplierà il suo orario di apertura, consentendo ai visitatori più tempo per scoprire le bellezze di questo scrigno in pieno centro di Firenze». «Questo lavoro prezioso – ha aggiunto Nardella – è il degno suggello di anni straordinari vissuti dalla direttrice Paola D’Agostino che finisce il suo mandato fiorentino ma ci lascia in eredità passione, cura, studio e perseveranza per il nostro straordinario patrimonio artistico».
La Soprintendente e l’apertura visiva della chiesa
«Orsanmichele riapre – ha commentato la Soprintendente Antonella Ranaldi – Come sarà? Si chiederanno in molti. Durante il periodo di chiusura, dalla vetrata su via Calzaioli, turisti e passanti curiosi sbirciavano ammirati verso l’interno dove i restauratori erano impegnati nella spolveratura del grande tabernacolo dell’Orcagna. La chiesa di Orsanmichele si apre e si mostra all’esterno. Grazie alle nuove bussole che permettono di lasciare aperti i grandi portoni, dalle vetrate si potrà vedere l’interno da via dell’Arte della Lana. È un invito ad entrare, ma non solo, è un’idea di bellezza accessibile, a porte aperte, valorizzata dalla nuova e riuscita illuminazione interna, che esalta le vetrate colorate, le grandi volte e i capolavori scultorei che la rendono splendida. Una chiesa particolare, molto civica, che nella sua lunga vita ha ospitato funzioni miste, chiesa, granaio, archivio, museo».
Il direttore dei Musei del Bargello e la conclusione del mandato
Paola D’Agostino, direttore dei Musei del Bargello, conclude il suo mandato con la restituzione del Complesso di Orsanmichele alla città di Firenze. «Sono particolarmente felice – ha detto – di chiudere i miei otto anni di mandato con la restituzione alla città di Firenze del complesso monumentale di Orsanmichele, che rappresenta il fulcro della vita civile e religiosa di Firenze, la sua storia e l’orgoglio delle corporazioni. In questa giornata così singolare in cui mi congedo dopo otto anni e in cui presento un bilancio del mio mandato, sono lieta di avere accanto i maggiori interlocutori, che in questi anni hanno fatto sì che i Musei del Bargello crescessero, si completassero cantieri e diventassero un punto di riferimento per i visitatori di questa città straordinaria».
L’intervento degli architetti e il riposizionamento delle statue
Gli architetti Tommaso Barni e Fabrizio Natalini hanno sottolineato che lavorare su Orsanmichele è stata un’occasione straordinaria per dare una nuova lettura alla fabbrica trecentesca e ai capolavori della scultura rinascimentale. Il progetto degli studi Map Architetti e Natalini Architetti valorizza, infatti, i tesori della chiesa e dà nuova vita alla fruibilità delle statue.
Nel nuovo allestimento, le 13 statue originali esposte nel Museo sono state rialzate, rispettando la disposizione originaria e creando un percorso che riflette l’esterno del complesso. Il loro riposizionamento ha comportato operazioni di movimentazione complesse e dettagliate per mantenere la prospettiva e le geometrie originali delle opere.
Le statue sono opera dei più grandi scultori del Rinascimento fiorentino ovvero Lorenzo Ghiberti (San Giovanni Battista, Santo Stefano e San Matteo), Donatello (San Marco e San Pietro), Nanni di Banco (Sant’Eligio, San Filippo, Quattro Santi Coronati), Andrea del Verrocchio (Incredulità di San Tommaso), Baccio da Montelupo (San Giovanni Evangelista), Giambologna (San Luca), accanto a quelle trecentesche Piero di Giovanni Tedesco (Madonna della Rosa) e Niccolò di Pietro Lamberti (San Giacomo Maggiore).
La storia singolare del Complesso di Orsanmichele
Il Complesso di Orsanmichele, le cui origini risalgono al IX secolo come oratorio dedicato a San Michele, ha attraversato diverse fasi storiche, da convento benedettino a sede del mercato del grano. Nel corso dei secoli, è diventato un punto nodale nella storia di Firenze, testimoniando cambiamenti politici e culturali.
Dal 2015, a seguito della riforma dei musei autonomi, il Complesso di Orsanmichele fa parte dei Musei del Bargello.
All’inaugurazione, prevista per le 16 del 15 gennaio, saranno presenti il Direttore Generale Musei Massimo Osanna e Sua Eminenza il Cardinale Giuseppe Betori, Arcivescovo Metropolita di Firenze. La riapertura di Orsanmichele segna un capitolo importante nella storia culturale di Firenze, offrendo al pubblico una nuova prospettiva su questo gioiello artistico rinato.