Nell’Alcova della Regina una mostra discreta ma potente ricostruisce le geometrie visive del piacere, attraverso tre pitture ritrovate e una figura che non smette di ossessionarci: Casanova
NAPOLI – Qualcosa di profondamente voyeuristico colpisce in questa mostra. Non nel senso più immediato del termine – o forse sì. Perché guardare un dipinto come Venere o Diana, nell’Alcova della Regina, significa entrare in un gioco di sguardi interrotti, trattenuti, dissimulati. Significa scrutare corpi pensati per sedurre l’occhio prima ancora del cuore, nella consapevolezza che il desiderio è anche questione di composizione, di drappeggi che cadono, di luci che indugiano.
È in questo contesto che prende forma la mostra “Giambattista Pittoni e l’epoca di Casanova. Viaggio nel ’700 tra Venezia e Napoli”, visitabile fino al 15 agosto 2025 al Palazzo Reale di Napoli. Tre opere ritrovate di Giambattista Pittoni, un inedito filologico costruito attorno ai fondi documentari dei casanovisti Aldo Ravà e Salvatore Di Giacomo, e una stanza che fu davvero abitata e sognata: l’Alcova della Regina. Più che un’esposizione, una messa in scena di sguardi.
Il boudoir come dispositivo curatoriale
In mostra, tre opere di Giambattista Pittoni, datate intorno alla metà del XVIII secolo, tornano visibili dopo decenni di assenza dalla scena pubblica. Venivano date per scomparse, illustrate in bianco e nero da Egidio Martini nel 1964, escluse dal catalogo ragionato di Franca Zava Boccazzi nel 1979, ritenute perdute. Poi, il ritrovamento: nel 2024 lo storico dell’arte Andrea Donati le riconosce, le attribuisce, le rimette in circolo. E ora rieccole, a Napoli, grazie a una collaborazione con la Fondazione Musei Civici di Venezia.
Non sono quadri da esposizione monumentale. Sono quadri da boudoir. Pensati per una stanza piccola, privata, forse segreta. Non stupisce che l’ambiente scelto per esporli sia l’Alcova della Regina, spazio raccolto, architettonicamente coerente con l’epoca e affettivamente dissonante rispetto all’idea di mostra come evento. Ma proprio per questo efficace.
Casanova come atmosfera
La mostra non racconta direttamente Giacomo Casanova. Non lo ritrae, non lo cita, non lo tematizza. Eppure la sua presenza è ovunque. Nell’erotismo controllato delle figure di Pittoni, nella disposizione scenica delle opere, ma soprattutto nei materiali d’archivio che accompagnano il percorso: manoscritti, appunti, lettere, fotografie tratte dai fondi Ravà e Di Giacomo, due tra i più accaniti studiosi del mito casanoviano.
Casanova, dunque, non è un soggetto: è un’atmosfera. È la lente con cui leggiamo quelle figure mitologiche; è il filtro con cui reinterpretare un intero secolo. Il suo sguardo – che fu insieme letterario, diplomatico, scientifico – si rifrange nelle traiettorie visive dei dipinti, nel gusto rococò che trasforma l’eccesso in eleganza, la seduzione in scrittura.
Il Settecento come specchio culturale
La mostra non cerca di spiegare, ma di evocare. Non propone un racconto lineare, ma una trama fatta di rimandi e simmetrie. L’accostamento tra Pittoni e Casanova non è dimostrativo, è speculativo. Funziona proprio perché è fragile, laterale, immaginifico. Eppure coerente.
Lo dimostra l’Apollo, l’unico dei tre dipinti a rivolgere lo sguardo verso chi guarda. È il dettaglio che rompe il cerchio della contemplazione, che trasforma lo spettatore in parte della scena. Come se il vero oggetto dell’esposizione non fosse Pittoni, né Casanova, ma il nostro desiderio di guardarli.
In fondo, guardare queste opere significa anche interrogarsi su cosa guardiamo davvero quando ci confrontiamo con il passato. Lo stile? Il desiderio? Il nostro riflesso culturale? Il rischio, forse, è che in questi giochi di specchi a restare in ombra siano proprio le opere. Ma qui, sorprendentemente, accade il contrario.
Vademecum
Giambattista Pittoni e l’epoca di Casanova
Viaggio nel ‘700 tra Venezia a Napoli
dal 20 maggio al 15 agosto 2025
Alcova della Regina di Palazzo Reale di Napoli – Piazza del Plebiscito, 1
Orari: tutti i giorni ore 9.00 – 20.00 (ultimo ingresso ore 19,00) – chiuso il mercoledì
Biglietto compreso nel prezzo del Museo:
intero 15 euro; ridotto 2 euro (18-25 anni); gratuito (0-18 anni) e possessori Artecard;
Helpdesk biglietti: info@museiitaliani.it
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