VENEZIA – Living Scaffolding è un organismo vivo. Affiora come una zattera intrecciata a mano, sospesa tra acqua e cielo, nata dall’ingegno delle comunità del Lago Titicaca. Il Perù si presenta alla 19ª Mostra Internazionale di Architettura di Venezia portando con sé un paesaggio culturale che pulsa da secoli: quello degli Uros, abitanti delle isole galleggianti, e degli Aimara, navigatori capaci di trasformare una pianta acquatica in imbarcazioni oceaniche. L’architettura, qui, si costruisce insieme al territorio e si trasmette come una conoscenza incarnata.
Gli Uros e gli Aimara: architetture che crescono da dentro
C’è un sapere che attraversa il tempo. Non nasce dal disegno, ma dalla pratica quotidiana. Lo custodiscono gli Uros, che intrecciano le loro isole come si tramanda una lingua. Lo praticano gli Aimara, costruttori di barche capaci di affrontare l’oceano grazie alla totora. Una storia fatta di gesti collettivi e imprese audaci, come la spedizione Uru del 1988, che da Callao tentò la rotta verso la Polinesia. Un viaggio interrotto, ma ancora capace di evocare antichi legami transpacifici.
Un’architettura che si rigenera come un ecosistema
La proposta peruviana prende forma come un’impalcatura sospesa. Curata da Alex Hudtwalcker con Sebastian Cilloniz, José Ignacio Beteta e Gianfranco Morales, è ispirata alle palafitte veneziane, alle piattaforme mobili degli Uros e alle sagome delle imbarcazioni andine. Il padiglione, costruito in legno e tensione poetica, riflette un’architettura effimera e trasformativa, dove la materia racconta relazioni profonde tra ambiente, cultura e spiritualità.
Dentro la struttura, sotto la superficie
Il cuore del progetto si trova nello spazio nascosto. Una zona d’ombra che non disorienta, ma accoglie. Qui si accede a un ambiente immersivo, tra suoni del lago, immagini delle isole, testimonianze orali dei maestri artigiani. È il luogo delle fondamenta invisibili: non quelle fisiche, ma quelle che sostengono civiltà costruite sul legame e sull’esperienza condivisa.


Un padiglione che apre rotte
Living Scaffolding è anche un invito a partire. Dopo Venezia, il padiglione verrà ricostruito in Perù nel 2026, dando vita a una serie di eventi pubblici, workshop e conferenze. È un progetto che si prolunga nei territori e si traduce in esperienze dirette: dormire sotto le stelle sulle isole galleggianti, partecipare alla raccolta della totora, condividere riti ancestrali. L’architettura si fa così gesto quotidiano e consapevole, capace di generare turismo sensibile e cultura partecipata.
Intelligenza come alleanza
Nel confronto con il tema della Biennale – “INTELLIGENS. NATURAL. ARTIFICIAL. COLLECTIVE.” – il Perù porta una visione dell’intelligenza che nasce dalla relazione. Nessuna costruzione autoreferenziale, nessuna astrazione. La tecnica diventa linguaggio condiviso, la materia si fa ponte tra tempi e comunità. Un pensiero costruttivo che non si esaurisce nella forma, ma si radica nella capacità di immaginare insieme.