Ai Chiostri di San Barnaba, l’opera “I temp(l)i cambiano” accende la riflessione sulla sostenibilità ambientale e culturale
MILANO – Cosa resta del mito del progresso, quando le sue promesse si sgretolano tra le rovine di un consumo eccessivo? A Milano, tra le navate silenziose dei Chiostri di San Barnaba, Michelangelo Pistoletto prova a rispondere costruendo un tempio di rottami. Ma non è una rovina, è una visione. L’opera “I temp(l)i cambiano”, presentata oggi e visitabile gratuitamente per i prossimi tre anni, è un’architettura simbolica che parla la lingua del riuso, della trasformazione e del tempo che muta — e che muta noi.
Un’architettura del cambiamento, scolpita nei resti del quotidiano
Tre metri e mezzo d’altezza, quasi trecento chilogrammi di peso: questa scultura non chiede attenzione, la reclama. Le colonne doriche sono cestelli di lavatrice, il fregio è fatto con serpentine di frigoriferi, la struttura è inclinata — come un tempo che ha perso il suo baricentro. Non c’è nostalgia: c’è una nuova mitologia, come ha detto lo stesso Pistoletto. “Il nuovo mito è il riciclo”, ha dichiarato. “È un gesto artistico e sociale. Trasformare il vecchio in qualcosa di nuovo significa rimettere in circolo l’energia creativa”.
Dalla bellezza al gesto civile: l’opera torna in città
“I temp(l)i cambiano” non è un debutto. Dal 2009 l’opera ha viaggiato tra il MAXXI di Roma, il Blenheim Palace in Inghilterra, fino a trovare oggi una nuova casa a Milano, grazie alla collaborazione tra Erion WEEE – consorzio per la gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche – e la Società Umanitaria. Come ha ricordato Alberto Fiz, critico d’arte e curatore dell’intervento introduttivo, si tratta di un’opera che nel tempo ha acquisito un peso simbolico sempre più urgente.

Il riciclo come responsabilità culturale
Al centro dell’incontro, oltre alla potenza dell’opera, il dato: 237.000 tonnellate di RAEE gestite da Erion nel 2024, ma ancora troppo poco. L’Italia si ferma a 6 chili per abitante: la soglia europea è il doppio. Eppure, la Lombardia guida il cambiamento: 43.900 tonnellate raccolte, con Milano prima provincia italiana.
Accanto a Giorgio Arienti, Direttore Generale di Erion WEEE, sono intervenuti anche Sergio Gaddi, vicepresidente della VII Commissione Cultura della Regione Lombardia, Marcello Milani di AMSA, e Simona Guidolin, Presidente del consorzio. Tutti hanno messo in evidenza una stessa idea: la transizione ecologica è prima di tutto una questione culturale.
Sottolinea Arienti:“Ogni cittadino può fare la differenza: basta un piccolo gesto per trasformare un rifiuto in una risorsa e contribuire alla salvaguardia del Pianeta”.
Un tempio per il futuro, non per la memoria
“I temp(l)i cambiano” è un invito, non un monumento. È un luogo che non cerca l’eternità, ma la trasformazione continua. Michelangelo Pistoletto non costruisce un altare al passato: immagina una soglia per il futuro, un’architettura fatta di scarti, pensata per rifondare il presente. E forse è proprio questo, oggi, il compito più alto dell’arte.