PISA – Si è tenuta venerdì 10 gennaio, presso Palazzo Blu di Pisa, la presentazione della scoperta di un dipinto di Giacomo Balla che raffigura Antonio Pacinotti, lo scienziato inventore della dinamo e del motore elettrico in corrente continua. Pacinotti, nato a Pisa nel 1841 e qui morto nel 1912, fu scienziato e professore di Fisica dell’Università di Pisa dal 1881 al 1912.
Alla presentazione sono intervenuti Cosimo Bracci Torsi, Presidente della Fondazione Palazzo Blu; Paolo Mancarella, Magnifico Rettore dell’Università di Pisa; Andrea Muzzi, Direttore Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per la provincia di Pisa e Livorno; Chiara Bodei, Presidente del Sistema Museale di Ateneo; Elena Gigli, Responsabile archivio Gigli per l’opera di Giacomo Balla.
Attualmente, in relazione all’inedita opera riscoperta si hanno pochi elementi certi, a partire dalla datazione, ma diversi interrogativi.
Come spiegato da Elena Gigli, autrice anche della scheda del dipinto, il ritratto si trovava nella stanza del preside della Scuola di Ingegneria da molti anni, ma finora nessuno lo aveva studiato né era mai stato esposto al pubblico. Il dipinto non compare neppure nel lascito degli eredi di Pacinotti alla Scuola di Ingegneria, così come nel catalogo della mostra dei cimeli pacinottiani, allestita nel 1934 nell’Aula Magna dell’Università di Pisa, in occasione del 75esimo anniversario dell’invenzione della dinamo.
L’opera dovrebbe risalire proprio a quegli anni, 1934/35, e si colloca dunque nella fase post futurista di Balla. Il ritratto inoltre sembra non sia stato realizzato dal vivo, ma riprodotto da una fotografia presente in un opuscolo celebrativo del 70esimo compleanno di Pacinotti e per il 50esimo anniversario dell’invenzione della dinamo. La scelta del soggetto sarebbe in linea con la volontà di Balla di dare vita a una sintonia di spirito tra le idee futurista di modernità e velocità e la rivoluzione tecnologica. Quest’ultima fu possibile grazie anche alle invenzioni di cui fu autore lo scienziato toscano.
Nel dipinto “s’indovina” la personalità dello scienziato, che ci riceve nel “suo laboratorio”, al secondo piano dell’Istituto di Fisica Tecnologica del Università, dove studia, insegna e lavora da trent’anni indefessamente. Con lo sguardo volto allo spettatore, Pacinotti è intento a tracciare un cerchio, tenendo il compasso nella mano destra e la sinistra è appoggiata sui fogli bianchi e il righello. Sulla destra si possono invece osservare alcuni strumenti adagiati sul tavolo, con la dinamo in primo piano, che ci ricordano le sue invenzioni.
Il ritratto resterà esposto a Palazzo Blu fino al 9 febbraio. “L’esposizione di quest’opera – ha evidenziato Cosimo Bracci Torsi, presidente della Fondazione Palazzo Blu – assume un particolare rilievo proprio in concomitanza con le ultime settimane della mostra Futurismo, e consente al tempo stesso alla città di Pisa di approfondire una pagina della sua storia, quella relativa ai legami tra arte e scienza, arte e mondo accademico, ancora poco nota.”