ROMA – E’ avvenuta a Roma, nel quartiere Appio Latino (via Luigi Tosti), la scoperta di tre piccoli edifici sepolcrali appartenenti a uno stesso complesso funerario, databile fra il I secolo avanti e il I secolo dopo Cristo.
Il rinvenimento è avvenuto durante le indagini di archeologia preventiva, eseguite sotto la guida della Soprintendenza Speciale di Roma, in un cantiere di Acea Ato2 spa e della Società Sita srl per la sostituzione della rete idrica.
Gli scavi, diretti dall’archeologa Angelina De Laurenzi della Soprintendenza Speciale di Roma, sono stati eseguiti da Archeo di Fabio Turchetta.
I piccoli mausolei
La scoperta dei tre mausolei è avvenuta a una profondità di circa mezzo metro rispetto all’attuale piano stradale. Le tre strutture, parzialmente compromesse da precedenti lavori per la realizzazione di sottoservizi, mostrano un possente basamento in opera cementizia. I tre edifici si caratterizzano per le pareti che in una sono in blocchi di tufo giallo, nella seconda in opera reticolata, mentre della terza resta solo un basamento. Uno degli edifici presenta inoltre segni marcati di combustione, riconducibili verosimilmente all’incendio che ne ha determinato l’abbandono.
Sono venuti alla luce anche un’olla cineraria in ceramica comune, perfettamente integra e contenente anche i resti ossei, e una sepoltura a inumazione in nuda terra di un giovane.
“Una scoperta – ha affermato Daniela Porro, Soprintendente Speciale di Roma – che getta nuova luce su un contesto importantissimo, quella via Latina che da Porta Capena arrivava fino a Capua e il cui tracciato è oggi ancora visibile nei Parchi degli Acquedotti e delle Tombe di via Latina. Ancora una volta Roma mostra importanti tracce del passato in tutto il suo tessuto urbano”.
Ulteriori informazioni su queste scoperte potranno uscire dallo studio dei materiali, dall’analisi dei dati raccolti sul campo, dalla comparazione con altri rinvenimenti avvenuti lungo l’antica via Latina, una zona dove sono emersi numerosi edifici funerari. A poche decine di metri nel 1956 è stato infatti scoperto lo straordinario ipogeo di via Dino Compagni, che si caratterizza per la varietà architettonica degli ambienti e per la straordinaria decorazione di oltre 100 affreschi, con cicli pittorici pagani alternati a dipinti cristiani.