ROMA – E’ morto a Spoltore (Pescara), nella sua abitazione, Ettore Spalletti. Nato a Cappelle sul Tavo (Pescara) nel 1940, il grande maestro si è spento per cause naturali – secondo quanto riferito dai soccorritori intervenuti intorno alle 18.15. Il personale del 118 ha effettuato le manovre rianimatorie ma non c’è stato nulla da fare per l’artista.
Spalletti è stato un’artista concettuale molto noto a livello internazionale. Ha infatti esposto in tutto il mondo. Le sue opere sono state presentate a Documenta di Kassel (1982, 1992), alla Biennale di Venezia (1982, 1993, 1995, 1997) e in mostre personali a Parigi (Musée d’art moderne de la Ville de Paris, 1991), New York(Osmosis, S. R. Guggenheim Museum, 1993, con Haim Steinbach), Anversa (Museum van Hedendaages Kunst, 1995), Strasburgo (Salle des fêtes, Musée d’art moderne et contemporain, 1998-99), Napoli (Museo nazionale di Capodimonte, 1999), Leeds (Henry MooreFoundation, 2005). Nel 2014 la più completa retrospettiva dedicata all’artista , dal titolo “Un giorno così bianco, così bianco” è stata allestita in un circuito museale formato dal MAXXI di Roma, dalla GAM di Torino e dal Museo Madre di Napoli.
L’avventura creativa di Spalletti è riuscita a solcare e travalicare i confini tra pittura, scultura e spazio. Quelle realizzate da Spalletti sono forme semplici, pure ed essenziali, in una continua tensione tra esperienza quotidiana e orizzonte metafisico. La sua ricerca si è sempre concentrara nel dare risalto in particolare al valore cromatico, indagato sia in pittura che in scultura. Il colore, intriso di materia e di luce, è sicuramente il suo marchio di fabbrica, con un continuo richiamo agli umori e alle emozioni derivanti dalla sua terra d’origine, l’Abruzzo. Spalletti seppe così creare una perfetta sintesi tra i colori della natura e le forme pure della razionalità. Nei suoi lavori colore e volume, pittura e scultura si fondono, integrandosi perfettamente tra loro.
Nel catalogo della retrospettiva ospitata nel 2014 al Madre di Napoli, al MAXXI di Roma e alla GAM di Torino Spalletti descrive il suo lavoro con queste parole: “ Per me il rapporto con l’arte è andare ogni giorno in studio, passeggiare all’interno, guardarsi attorno. Accorgersi d’improvviso di un colore che si avvicina, provare a fermarlo, sentire ancora la forma, pensare alle linee della geometria: orizzontale, verticale, obliqua, curva… poi rompere la geometria stessa, la sua rigidità, riempiendola con una materia che, come fumo, si frantumi in un pulviscolo sottile. In studio sposto un lavoro per cercare un’ombra e, forse, nella sensazione di quell’ombra, trovare un nuovo colore. I colori nascono così, uno dopo l’altro. I colori che caratterizzano di più il mio lavoro sono l’azzurro e il rosa. L’azzurro è un colore atmosferico, in cui siamo continuamente immersi, è il colore del cielo. Uso il rosa come il colore dell’incarnato, che non ha mai una fissità, ma si trasforma insieme all’umore: da gioioso diventa pallido oppure livido. Il grigio invece per me è accoglienza, accompagna bene tutti gli altri colori”.