AGRIGENTO – Il Salvator Mundi, busto marmoreo del 1679, capolavoro di Gian Lorenzo Bernini, conservato nella basilica di San Sebastiano fuori le Mura a Roma, è giunto ad Agrigento per la Sagra del Mandorlo in Fiore, come deciso e annunciato dal ministro dell’Interno Angelino Alfano. L’annuncio di Alfano aveva già suscitato non poche polemiche a partire dallo storico dell’arte Tommaso Montanari, il quale sulle pagine di “Repubblica”, aveva attaccato senza mezzi termini la scelta di portare un’opera d’arte di “straordinaria fragilità” a quella che lui stesso ha definito una “sagra paesana”. Montanari infatti aveva sottolineato in particolare i rischi connessi con gli spostamenti di un’opera che invece “dovrebbe muoversi il meno possibile”.
Anche Vittorio Sgarbi aveva mosso pesanti critiche rispetto a questa scelta. Per il noto critico d’arte però, contrariamente a Montanari, il problema non era legato al trasporto dell’opera, ma alla sua finalità politica. In una intervista sul “Fatto quotidiano”, Sgarbi aveva dichiarato: “Il ministro dell’Interno è il capo del Fec, del Fondo edifici di culto, amministrato non dal dicastero dei Beni culturali ma dal ministero degli Interni. Agrigento è la ‘casa’ di Alfano, dove il leader di Ncd ha il collegio elettorale. Mi sembra chiaro che siamo davanti a un abuso d’ufficio. Un magistrato dovrebbe indagare”.
A tentare di smorzare le polemiche era intervenuto invece il Sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, che aveva affermato: “Opere come il busto realizzato dal Bernini sono patrimonio del Paese non della Capitale, né di singole città”.
Infine, nel giorno dell’arrivo della scultura a “destinazione”, il M5s, definendo questa operazione di Alfano “autopromozione al limite dell’abuso”, ha presentato una interrogazione parlamentare a prima firma della deputata 5 Stelle, Maria Marzana, rivolta ai ministeri dell’Interno e dei Beni Culturali.
“Alfano si è mosso con lo stile tipico di un ras locale”, hanno affermato i parlamentari pentastellati. “E’ vero che la scultura appartiene al patrimonio FEC, gestito dal Viminale ma, comunque, il Mibact deve dare il via libera con almeno quattro mesi di anticipo per lo spostamento dell’opera e del rispetto di tale tempistica chiediamo conto al ministero del Collegio Romano, dal quale vogliamo anche sapere quali siano stati i criteri di conservazione e fruizione pubblica adottati. Sappiamo che la Sagra del Mandorlo in fiore rappresenta un appuntamento molto importante, non solo per Agrigento ma per tutta la Regione, ma non comprendiamo quale sia il punto di contatto tra l’evento e l’opera. La sensazione e’ che questa operazione rappresenti un atto di narcisismo e una ostentazione di potere del ministro”. “Ai ministri interpellati – hanno concluso i 5 Stelle – chiediamo inoltre quali misure siano state adottate per garantire la sicurezza del Salvator Mundi e se non ritengano che, per tutelare il nostro patrimonio, la movimentazione di opere d’arte dovrebbe essere limitata al massimo. Ricordiamo infatti che anche lo storico dell’arte Tomaso Montanari ha fatto rilevare le condizioni di ‘straordinaria fragilità’ dell’opera del Bernini e l’assenza di spessore culturale dell’operazione”.