MILANO – Torna ad essere esposto, a partire dal 27 marzo, il Cartone preparatorio della Scuola di Atene di Raffaello, conservato alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano. Dopo quattro anni di restauro, infatti, l’opera è stata presentata nella mattina di lunedì 25 marzo.
Gli interventi effettuati sono stati lunghi e laboriosi e sono stati coordinati da un prestigioso Comitato Scientifico composto dal Collegio dei Dottori della Biblioteca Ambrosiana e da Esperti dell’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, dei Musei Vaticani, della Soprintendenza di Milano e del Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”, con la consulenza tecnica di Pinin Brambilla Barcilon, affiancati da docenti di diverse Università italiane.
L’evento espositivo, dal titolo “Il Raffaello dell’Ambrosiana. In Principio il Cartone”, è stato pensato con apparati didattici e informativi che illustreranno al pubblico il restauro e la storia di questo capolavoro.
Il Cartone realizzato da Raffaello è il più grande a noi pervenuto (misura 2,85 metri per 804 centimetri), ed è interamente realizzato dalla mano del grande maestro urbinate, come disegno preparatorio, a grandezza naturale, della Scuola di Atene, uno dei quattro affreschi commissionati nel 1508 a Raffaello da Papa Giulio II per decorare la Stanza della Segnatura in Vaticano.
Il titolo corretto dell’opera, nota come la Scuola di Atene è La Filosofia: le quattro pareti della Stanza della Segnatura propongono infatti – secondo un complesso programma iconografico – la Filosofia, la Teologia (Disputa sul Santissimo Sacramento), la Giurisprudenza (Le Virtù) e la Poesia (Il Parnaso).
L’esposizione è accompagnata da una pubblicazione bilingue italiano/inglese (Electa editore) con testi di Alberto Rocca, Direttore della Pinacoteca Ambrosiana.
Le vicissitudini del Cartone
Il Cartone arrivò all’Ambrosiana nel 1610, un anno dopo l’apertura al pubblico della biblioteca, come prestito dal conte Fabio II Visconti di Brebbia, per essere poi ceduto definitivamente nel 1626 dalla vedova Bianca Spinola Borromeo, per l’esorbitante somma di seicento lire imperiali. Nel maggio del 1796, venne requisito dal commissario francese Peignon, che cita il Cartone in testa alle opere da confiscare all’Ambrosiana: a Parigi si avviò una lunga procedura per il restauro dell’opera. Il 30 settembre 1815 il Cartone venne consegnato dal Direttore Generale del Louvre alla Commissione austriaca per il recupero delle opere d’arte provenienti dalle regioni italiane di dominio austriaco. Trasferito nel 1918 a Roma per essere tutelato dai rischi dei bombardamenti bellici, nel 1942 venne messo al sicuro nel caveau della cassa di Risparmio delle Province Lombarde; nel 1946 venne esposto alla mostra di Lucerna organizzata per recuperare fondi per la ricostruzione dell’Ambrosiana. L’ultimo rinnovamento della sala 5 della Pinacoteca Ambrosiana, a cura di Luigi Caccia Dominioni, avvenne nel 1966.
Una speciale teca a protezione del capolavoro
L’opera, che è stata restaurata sotto la direzione e il coordinamento del Dott. Maurizio Michelozzi, sarà esposta in una sala interamente dedicata, con progetto di allestimento realizzato da Stefano Boeri Architetti.
Al termine del restauro il Cartone è stato inserito in una nuova teca progettatae realizzata dalla società Goppion SpA per rispettare i delicati vincoli conservativi dell’opera e, insieme, per permettere la visione del cartone senza interferenze, la nuova teca si compone di un’imponente lastra di vetro protettivo di circa 24 mq.
Si tratta della più grande vetrina ad anta unica esistente al mondo. La vetrina del Cartone della Scuola di Atene di Raffaello supera infatti per dimensioni alcune delle più grandi realizzazioni ideate da Goppion in passato, come quella del tappeto Ardabil nel Victoria & Albert Museum di Londra e le due vetrine create appositamente per i dipinti Victoria 1 e Victoria 2 di Gerhard Richter nella sede di ERGO Versicherungsgruppe a Düsseldorf.
Una realizzazione sperimentale la cui ingegnerizzazione e produzione è stata condotta attraverso una lunga serie di prove che, in corso d’opera, hanno reso necessarie modifiche negli aspetti strutturali.
La vetrina, ad elevatissima tenuta (il ricambio d’aria tra interno ed esterno è pari a 30 giorni) è inoltre dotata di un sistema di stabilizzazione dell’umidità relativa mediante materiale tampone igroscopico e un sistema a ricircolo con diffusione dei flussi attraverso condotti di mandata e di ripresa. Un secondo circuito è dedicato alla qualità dell’aria, assicurata mediante l’impiego di opportuni filtri Goppion a stadi che consentono di filtrare l’aria attraverso procedimenti meccanici votati ad intercettare il particolato solido e chimico attraverso l’uso di materiali attivi in grado di fermare gli inquinanti gassosi, potenzialmente nocivi per l’opera. Il sistema è inoltre corredato di un datalogger per il rilevamento, la registrazione e la trasmissione wi-fi delle condizioni microambientali (temperatura e umidità relativa).
Foto allestimento – Stefano Boeri Architetti © Paolo Rosselli
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