VERONA – Basta con la violenza sulle donne. Questa volta è anche l’arte a dirlo attraverso l’opera dell’artista, Lady Be, dal titolo Beaten Barbie – Mai più violenza sulle donne, in esposizione dal 9 al 12 giugno alla Triennale dell’Arte Contemporanea di Verona.
Non è un caso che si sia scelta una bambola iconica come Barbie per lanciare un messaggio chiaro su un tema con il quale purtroppo, quasi quotidianamente, siamo costretti a confrontarci. Basti solo pensare che dall’inizio del 2016 sono stati compiuti 55 femminicidi. Secondo i dati dell’Istat (aggiornati al giugno scorso e relativi al 2014), sono 6 milioni e 788mila le donne che hanno subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale, il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni. Praticamente una donna su tre.
L’artista denuncia questo dramma presentando una Barbie, realizzata con pezzi di altre bambole, col volto tumefatto con ematomi e con il labbro gonfio e sanguinante. La donna non è una bambola da possedere, non è un giocattolo, vuole dire l’artista e lo fa proprio attraverso una “bambola simbolo” come Barbie, stravolgendone l’immaginario comune che la vede da sempre col volto felice e sorridente, dalla bellezza perfetta nella sua artificialità. Stavolta è una Barbie differente, è una bambola che denuncia un orrore e che da icona di bellezza si trasforma in un tragico simbolo di quella violenza fisica e psicologica che ancora oggi le donne continuano a subire.