BOLOGNA – Anna Morandi (1714-1774), celebrata dall’Università di Bologna nel 250esimo anniversario della sua scomparsa, fu una figura di spicco tra i ceroplasti della Bologna del Settecento, periodo in cui la città era un rinomato centro di studi anatomici e realizzazione di modelli in cera.
Nonostante le convenzioni sociali dell’epoca che relegavano le donne a ruoli domestici, Anna Morandi dimostrò fin da giovane una grande passione per l’arte e la scienza. Seguì corsi di disegno e scultura con Giuseppe Pedretti e Francesco Monti e, ben presto, si distinse per il suo talento.
Il sodalizio artistico e scientifico con Giovanni Manzolini
Nel 1740 sposò Giovanni Manzolini, anch’egli ceroplasta e anatomista. Insieme formarono una coppia prolifica, dedicandosi allo studio e alla riproduzione dell’apparato uro-genitale e del sistema cardio-circolatorio.
Dopo la morte del marito nel 1755, Anna Morandi proseguì la sua attività in modo indipendente, concentrandosi soprattutto sugli organi di senso. Il suo straordinario talento la portò a ricevere numerosi riconoscimenti. Nel 1755 venne aggregata all’Accademia Clementina e l’anno seguente fu nominata dal Senato modellatrice in cera presso la cattedra di anatomia dell’Università di Bologna.
Un talento riconosciuto a livello internazionale
Le creazioni di Anna Morandi avevano un duplice valore: da un lato erano eccezionali strumenti didattici per i giovani medici, dall’altro erano vere e proprie opere d’arte. Tra i suoi più celebri estimatori annoveriamo Papa Benedetto XIV, munifico benefattore della scuola bolognese, l‘Imperatore Giuseppe II, che commissionò la realizzazione di oltre mille cere anatomiche oggi conservate al Museo Josephinum di Vienna, la Royal Society di Londra e Caterina II di Russia, affascinata dalle opere della scultrice al punto da invitarla più volte, seppur invano, presso la sua corte.
Ancora oggi, le opere di Anna Morandi continuano ad affascinare e stupire. Le sue spettacolari cere anatomiche d sono conservate presso il Museo di Palazzo Poggi, parte del Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Bologna. Tra le sue opere più celebri troviamo:
- preparati anatomici e ostetrici: 56 modelli in cera che offrono una visione dettagliata dell’anatomia umana, testimonianza della sua profonda conoscenza del corpo umano;
- un autoritratto: un’opera unica nel suo genere che la ritrae nell’atto di eseguire una dissezione anatomica di un cervello, vestita con un abito prezioso e ben pettinata. Se, da una parte, non era certo questo l’abbigliamento utilizzato durante la pratica dissettoria, dall’altra era tipico delle donne intellettuali del tempo farsi ritrarre elegantemente vestite e con gli strumenti della loro arte.
Altri tesori del Sistema Museale di Ateneo
Oltre alla collezione di Anna Morandi, il Sistema Museale di Ateneo vanta altri tesori, come il calco di un diplodoco a grandezza naturale, di 26 metri di lunghezza e 4 metri di altezza al garrese, che riproduce un dinosauro erbivoro vissuto nel Giurassico, e l’erbario di Ulisse Aldrovandi, uno dei più antichi e completi al mondo, con oltre 5000 campioni in 15 volumi rilegati.
Con 15 strutture tra musei, collezioni e uno spazio museale digitale, il Sistema Museale di Ateneo rappresenta un patrimonio culturale di inestimabile valore. Un’offerta ricca e diversificata che nel 2023 ha registrato oltre 175.600 visitatori, 650 visite guidate e 200 laboratori didattici.