PISA – Due cavalli bronzei di undici metri si stagliano sulla Piazza dei Miracoli a Pisa. Sono Arcturus e Sun, sculture monumentali di Antonio Signorini, installate dal 15 maggio al 31 agosto 2025 con la curatela di Guido Curto. Il progetto, promosso dall’Opera della Primaziale Pisana, si inserisce in una programmazione che da anni apre il complesso monumentale all’arte contemporanea, coinvolgendo artisti di riconosciuto profilo internazionale.
Un lessico arcaico in un contesto codificato
Signorini riporta nella sua città natale una visione plastica che guarda alle origini del segno e della forma. L’ispirazione proviene dalle pitture rupestri di Lascaux e Altamira, ma anche dalla tradizione etrusca e dalla ricerca moderna di sintesi. Le due sculture mantengono un equilibrio instabile, sostenute da basi invisibili che lasciano emergere una tensione tra gravità e slancio. Il riferimento all’Ombra della sera – capolavoro anonimo etrusco conservato nel Museo Guarnacci di Volterra – e il richiamo alla linea continua di Modigliani orientano la lettura verso una figura essenziale, non decorativa, ma strutturale.
Il cavallo, tema centrale nella ricerca di Signorini, è forma primaria, simbolo di transito, slancio e memoria. Lontano dall’iconografia celebrativa del XIX secolo, il cavallo diventa qui creatura mitica e dinamica, presenza che attraversa lo spazio senza occuparlo, pronta al movimento più che alla posa.
Il suono, il ritmo, il movimento
L’opera si costruisce anche attraverso un’immagine sonora. L’artista rievoca il rumore degli zoccoli nell’infanzia, in una memoria che diventa ritmo interno alla scultura. Arcturus e Sun sembrano muoversi in un tempo proprio, teso tra partenza e ritorno. Ogni elemento richiama l’idea del viaggio, tema ricorrente nel lavoro di Signorini e riflesso biografico del suo spostarsi continuo tra Italia, Medio Oriente e Europa.
Il volo, evocato nel titolo dell’installazione – Equilibrium – è concetto operativo, non metafora poetica. È nel bilanciamento fisico, nell’inclinazione calcolata, nel disequilibrio progettato, che le sculture attivano lo spazio circostante e costruiscono una tensione implicita con il paesaggio architettonico.
Un equilibrio visivo dentro lo squilibrio iconico
Inserire due cavalli monumentali nel cuore della Piazza dei Miracoli è una scelta che porta con sé un certo grado di rischio visivo. Ma l’intervento non cerca effetti spettacolari. Al contrario, lavora lasciando che le forme dialoghino con il vuoto, con le proporzioni del prato, con la verticalità inclinata della Torre. In questo equilibrio tra massa e leggerezza, si produce una relazione strutturale tra antico e contemporaneo.
La scelta di Signorini – artista pisano ma finora mai esposto nella sua città – appare tanto simbolica quanto strategica. Dopo Pomodoro, Mitoraj, Vangi, la Piazza ospita un’opera che non impone ma suggerisce, non monumentalizza ma interroga. Una scultura che non cerca un confronto diretto con la storia, ma la attraversa obliquamente, lasciando aperta la possibilità di uno sguardo laterale, di un tempo diverso, forse più instabile, ma anche più vivo.