VENEZIA – L’Università Ca’ Foscari Venezia ha recentemente scoperto, nel sito di Tell Zeyd nella regione del Kurdistan iracheno, un laboratorio per la produzione di pipe in terracotta risalente al XVIII secolo.
Le indagini archeologiche dell’ateneo si sono svolte tra settembre e ottobre 2022 sotto la direzione di Cristina Tonghini, specialista dell’archeologia del cosiddetto periodo islamico (VII-XIX secolo).
Il progetto nasce grazie ad un accordo con la Direzione Generale delle Antichità e del Patrimonio del Kurdistan ed è un programma di ricerca dell’Università Ca’ Foscari Venezia, finanziato dalla stessa università.
Il sito archeologico
L’area archeologica indagata si trova nella valle del Tigri, in Kurdistan (Iraq), a nord della diga di Mosul, dove oggi è visibile un tell (collinetta), formatasi con il susseguirsi delle varie fasi di occupazione a partire dal periodo Calcolitico.
Lo scavo del 2022 ha riguardato l’area dell’abitato, ai piedi del tell, consentendo di documentare tre macro-fasi: una fase di insediamento domestico, databile ad un periodo precedente il 1910 (l’abbandono è testimoniato da un discendente degli abitanti del villaggio antico e da una moneta individuata negli strati di abbandono); una fase relativa all’impianto del laboratorio di produzione delle pipe; una più antica fase occupazionale sul cui abbandono va ad impiantarsi il laboratorio. Il proseguimento degli scavi nelle prossime stagioni consentirà di completare la sequenza con lo studio delle fase più antiche, ancora interrate.
Le pipe, il tabacco e le fornaci
L’utilizzo di pipe in terracotta è ampiamente attestato nei territori dell’Impero Ottomano, compresa l’Europa orientale (area balcanica, Grecia), testimoniato da un consistente volume di frammenti arrivati fino a noi e illustrato in dipinti ed incisioni. Tuttavia, fino ad oggi, rimangono molto scarse le informazioni relative al ciclo di produzione di questi oggetti nell’Impero Ottomano.
Le fonti scritte riferiscono dell’arrivo del tabacco in Medio Oriente nella seconda metà del XVI secolo, e ci raccontano dei vari tentativi di proibirne l’uso messi in atto dalle autorità ottomane nella prima metà del XVII soprattutto.
Questa nuova pratica si diffonde rapidamente in tutto l’Impero Ottomano, ma il suo consumo viene autorizzato solo nel 1646 e definitivamente legalizzato nel 1720. Sui siti archeologici del Medio Oriente vengono frequentemente ritrovati frammenti di queste pipe; tuttavia, ad oggi risulta assai difficile collocare questi ritrovamenti entro un preciso arco cronologico.
Gli scavi a Tell Zeyd hanno consentito di identificare per la prima volta nell’ambito di uno scavo archeologico un laboratorio di produzione di pipe in terracotta, collocato in un insediamento rurale.
L’elemento in terracotta, di varia forma, colore e decorazione, si utilizzava insieme ad una lunga cannula in legno – di rosa, di ciliegio, di nocciola. Il tipo più ampiamente attestato a Tell Zeyd si articola in una piccola camera di combustione nella parte inferiore separata da quella superiore da un filtro, dove poggiava il tabacco. In via preliminare, ed in attesa del conforto di altri elementi di datazione, è possibile collocare la fase di produzione nell’ambito del XVIII secolo. La superficie delle pipe veniva decorata con incisioni e stampigliature, e la superficie ricoperta di uno strato nero, marrone, o rosso.
A Tell Zeyd sono state ritrovate alcune fornaci preposte alla cottura delle pipe, numerosi frammenti di prodotti che recano vistosi difetti di fabbricazione, probabilmente scarti di produzione, residui della materia prima utilizzata (argilla purissima), strumenti litici e metallici utilizzati per la forgiatura delle pipe.
Gli studi correlati
Le ricerche a Tell Zeyd comprendono anche studi specialistici, come ad esempio quelli di archeo-botanica per identificare le colture dell’area ed acquisire dati sulle pratiche alimentari. Il ritrovamento del laboratorio è inoltre fondamentale per individuare il tipo di combustibile utilizzato nelle fornaci ed esplorare la presenza di coltivazioni di tabacco nel territorio circostante.
Il progetto sul sito di Tell Zeyd si avvale della collaborazione del gruppo di Geomatica del dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente e del Territorio (DIATI) e di Architettura e Design (DAD) del Politecnico di Torino, che ha sperimentato metodi di documentazione 3D integrata a supporto delle indagini archeologiche (tecnologie topografiche e fotogrammetriche da drone).
La rettrice dell’Università Ca’ Foscari Tiziana Lippiello, insieme alla responsabile della missione Cristina Tonghini, ha recentemente ricevuto una delegazione dal Kurdistan: dr.Bekas Hasan, Direttore delle Antichità del governatorato di Dohuk e dr Keifi Ali, Direttore Generale delle Antichità e del Patrimonio della Regione Autonoma del Kurdistan. All’incontro hanno partecipato la prorettrice alla Ricerca Prof. Maria Del Valle Ojeda Calvo e la prorettrice alla Terza Missione Prof. Caterina Carpinato