ROMA – “Ballad of the End”, una ballata della fine, è il progetto transdisciplinare dell’artista Greg Jager, a cura di Jordi Pallarès, presentato lo scorso 19 febbraio ad Ombrelloni Art Space e domenica 20 febbraio alla Galleria d’Arte Moderna (GAM) di via Francesco Crispi, nell’ambito della mostra Materia Nova, Roma nuove generazioni a confronto a cura di Massimo Mininni.
Il progetto consiste in un libro d’artista, due performance, una serie di 15 frottage e una traccia sonora.
“Ballad of the End – spiega Greg Jager – mette in dialogo arte ed antropologia, indagando il tema della fine del nostro mondo e della costruzione di una nuova forma di intelligenza collettiva in grado di interpretare e riorganizzare le rovine decadenti della civiltà antropocentrica”.
Si tratta di un progetto in più atti, “inafferrabile attraverso un atto unico”. Già definito attraverso la sua esplicita transdisciplinarietà, muta nel suo presentarsi, di volta in volta, cambiando forma.
I due atti
Durante il primo atto di Ballad of the End, il 19 febbraio scorso Greg Jager ha invitato il pubblico nella project room di Ombrelloni Art Space, il luogo in cui l’artista ha il suo atelier e da cui provengono i blocchi di tufo con cui è stata realizzata l’omonima opera alla GAM. La project room si presenta con un cumulo di macerie al suo interno ed una sonorizzazione invadente, i partecipanti sono interpellati ad entrare ed interagire con un’archeologia contemporanea, attraverso la manipolazione della materia, costruendo e distruggendo in continuazione.
“La stessa manipolazione viene richiesta a chi sfoglia il libro d’artista Ballad of the End, realizzato in collaborazione DITO Publishing e presentato il 19 febbraio sempre ad Ombrelloni Art Space. I fogli interni, sciolti, sono pensati per funzionare in qualsiasi modo, possono essere spostati ripensando l’editing e la sequenza finale. Fotografie e testi sono i mattoni di una costruzione modificabile e eterogeneamente ri-presentabile” – ci spiega Martha Micali di DITO Publishing.
Nel secondo atto del progetto l’esperienza sensibile dalla performance partecipativa è stata applicata dall’artista e il curatore per attivare e modificare l’opera esposta nella mostra Materia Nova alla Galleria d’Arte Moderna, in questo caso non è stata prevista la partecipazione del pubblico. L’opera di Greg Jager, simboleggiante una architettura abbandonata, si è in realtà configurata come una coreografia in cui corpo e archeologia si assemblano in un continui gesti, presenze, movimenti e pause intrecciati tra di loro attraverso una molteplicità di possibili configurazioni che invadono lo spazio espositivo.
Insomma, Ballad of The End si presenta come un’occasione di intravedere le potenzialità del lavorare insieme agli altri per un superamento di alcuni limiti legati alla nostra esperienza di mondo, mondo che viene raccontato attraverso la nostra presenza, la nostra azione e co-azione.
Come scrive Jordi Pallarès, “Ballad of the End è un’opera costantemente incompiuta, dotata di vita e infinite possibilità. Risuona ogni volta che si attiva lo scenius e quando questo non accade si rifugia in un tempo sospeso in attesa dell’imprevedibile.”
Per vedere l’installazione alla Galleria d’Arte Moderna di Roma, in via Francesco Crispi, 24, c’è tempo fino al 13 marzo 2022.
Greg Jager
Jordi Pallarès
DITO Publishing