TORINO – Renato Leotta (Torino, 1982), presentato dalla galleria Madragoa di Lisbona, selezionata per la sezione Dialogue/Monologue di Artissima, è il vincitore della prima edizione del Premio FPT for Sustainable Art, promosso da FPT Industrial.
Per Artissima Unplugged Stasi Frenetica presso la GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, l’artista ha presentato l’opera MARE, un “orizzonte” che fa parte della serie di teli intinti in acqua marina la cui trama è disegnata dal sale cristallizzato sul cotone.
La giuria, composta da Marianne Dobner, curatrice presso il MUMOK Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig Wien di Vienna, da Andrea Lissoni, direttore del Haus der Kunst di Monaco, e da Luca Lo Pinto, direttore artistico del MACRO Museo d’Arte Contemporanea di Roma, ha conferito il premio con la seguente motivazione: “Renato Leotta ha svelato con la sua pratica artistica basata sul processo un modo poetico di stabilire un contatto tra condizioni umane e non-umane utilizzando i fenomeni naturali come strumenti di produzione dell’opera. All’apparenza minimalista, il lavoro di Leotta affronta importanti questioni ambientali senza diventare documentale: MARE (2019) presenta un nuovo approccio a un genere tradizionale come la pittura paesaggistica, reinterpretando il suo processo e trasformando il paesaggio stesso nel medium che produce la realtà”.
Oltre a ricevere un riconoscimento in denaro, Renato Leotta avrà l’occasione di attivare un dialogo con una realtà innovativa come FPT Industrial. Leader nel settore dei motori industriali, l’azienda consolida il dialogo con Artissima diventando promotrice del Premio FPT for Sustainable Art, punto di incontro tra sostenibilità, innovazione e arte.
Lo scorso anno, in occasione della ventiseiesima edizione della fiera, FPT Industrial ha presentato di fronte all’Oval l’opera Consider yourself as a guest (Cornucopia) di Christian Holstad (Anaheim, California, 1972): una riflessione sull’urgenza di salvaguardare dall’inquinamento i mari e gli oceani di tutto il mondo. L’artista, con questa installazione prodotta interamente di rifiuti plastici – esposta per la prima volta a maggio 2019 sul Canal Grande a Venezia durante la Biennale Arte –, ha reinterpretato il significato classico della cornucopia, che, da antico simbolo di fortuna e abbondanza, ha acquisito un inedito senso di eccesso, “portando a galla” un problema di assoluta attualità, non lasciandolo nascosto nei fondali del mare.