ROMA – Il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge proposto dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano recante “Disposizioni sanzionatorie in materia di distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di Beni Culturali o paesaggistici”.
“Gli attacchi ai monumenti e ai siti artistici – ha affermato Sangiuliano – producono danni economici alla collettività. Per ripulire occorrono l’intervento di personale altamente specializzato e l’utilizzo di macchinari molto costosi. Chi compie questi atti deve assumersi la responsabilità anche patrimoniale”. “Secondo i dati che mi sono stati forniti dalla Soprintendenza Speciale di Roma – evidenzia il ministro – il ripristino della facciata del Senato è costato 40.000 euro. Ebbene, chi danneggia deve pagare in prima persona. A seconda della gravità della fattispecie, si va da un minimo di 10.000 ad un massimo di 60.000 euro. Tali somme si aggiungono a quelle cui verranno eventualmente condannati a pagare i trasgressori in sede penale o civile. Si tratta, infatti, di sanzioni amministrative immediatamente irrogabili dal prefetto del luogo dove il fatto è commesso, sulla base delle denunce dei pubblici ufficiali”.
Cosa prevede il Ddl
La versione del ddl approvata prevede multe da 20 a 60 mila euro, più sanzioni penali, per quanti distruggano, disperdano, deteriorino o rendano “in tutto o in parte inservibili o non fruibili beni culturali”. Altre sanzioni amministrative, da 10 a 40mila euro sono previste per chi “deturpa o imbratta” questi beni o destina “ad un uso pregiudizievole per la loro conservazione” o “incompatibile con il loro carattere storico o artistico“.
I proventi delle multe vengono destinate al Mic per il “ripristino dei beni”. Ma non è tutto. Per chi ha riportato una o più denunce o è stato condannato – anche con sentenza non definitiva – per vandalismo o danneggiamento volontario di beni culturali tutelati, è previsto il divieto, da sei mesi a un anno, di avvicinarsi ad una distanza inferiore a 10 metri agli edifici sottoposti a tutela. La trasgressione del divieto comporta una multa che va dai 500 ai 1.000 euro.
Infine, viene punito con la reclusione da sei mesi a tre anni chi deturpa o imbratta edifici pubblici o di culto ed edifici sottoposti a tutela come beni culturali.
I dubbi del sindaco Dario Nardella
La stretta pensata dal governo non convince, tuttavia, il sindaco di Firenze Dario Nardella, finito al centro della questione dopo “il placcaggio” degli attivisti di Ultima generazione che avevano imbrattato la facciata di Palazzo Vecchio.
“Non so quanto possa essere efficace una cosa del genere, anche perché dopo un danneggiamento ai beni culturali già scattano le sanzioni” – commenta il Sindaco – “Come ho sempre detto, prevenire è meglio di curare. E questo vale anche per le azioni dimostrative”.
“Non mi pento di quello che ho fatto in piazza della Signoria” lo scorso 17 marzo. – Continua Nardella – “Bisognerebbe convincere” gli attivisti “a rinunciare a queste forme di protesta che, secondo me, finiscono per essere dei boomerang rispetto a battaglie sacrosante come quelle sull’emergenza climatica. Battaglie che i sindaci fanno ogni giorno con grande impegno insieme alle loro comunità”.
“Come ho scritto anche nel mio libro – sottolinea infine il primo cittadino – è necessaria un’alleanza tra i sindaci europei e movimenti giovanili ambientalisti. Ma aggredire e attaccare l’arte e i monumenti per portare avanti le proprie idee sull’emergenza ambientale è un metodo sbagliato”.
In sostanza, per Nardella è dunque necessario “lavorare sulla consapevolezza, la prevenzione e sull’alleanza tra i sindaci e movimenti ambientalisti che però si basi sul rispetto delle regole e della cultura, perché cultura e natura sono due facce della stessa medaglia“.
La risposta degli attivisti
“La volontà repressiva è il primo sintomo dell’efficacia di questa strategia del movimento climatico, messa in atto con azioni di resistenza non violenta”. Così Maria Letizia Ruello, attivista di Ultima Generazione, ha commentato a La Stampa il ddl contro gli eco-vandali. “Noi non ci fermeremo, sono aumentate le adesioni alla nostra causa”.