MILANO – A 100 giorni dalla sua nomina, il direttore generale della Pinacoteca di Brera e della Biblioteca Braidense, James Bradburne ha tenuto una conferenza stampa alla presenza del ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, in cui ha illustrato il suo progetto di rilancio del complesso accademico e museale.
Bradburne ha spiegato che il suo scopo è far in modo che i milanesi tornino ad innamorarsi di Brera. La missione sarà dunque quella di conservare la collezione del museo rendendolo però parte integrante della vita contemporanea. Le opere, ha detto Bradburne “saranno utilizzate per stimolare la curiosità, affinare la critica e la percezione, aumentare l’intelligenza visiva. Non dobbiamo banalizzare la cultura – ha osservato – ma rendere consapevole il pubblico di oggi che Mantegna, Caravaggio, Raffaello sono stati artisti perfettamente contemporanei, nel significato più radicale”.
L’idea è quella di creare “una grande Brera” in una visione cittadina. Il complesso comprende Pinacoteca, Biblioteca, Accademia, Osservatorio, Orto Botanico, Istituto Lombardo Accademia di Scienze e Lettere. Il cortile napoleonico diventerà un “cortile delle arti”, sul quale si affacciano Accademia e Pinacoteca, sarà riarredato con cestini e panchine, segnaletica fissa ed elettronica, insomma uno spazio aperto a tutti.
A questo progetto di massima si aggiungono poi altri aspetti concreti, realizzabili nell’immediato, come l’orario che verrà prolungato il giovedì, il biglietto di ingresso da 10 euro che consentirà di avere gratuitamente la tessera “Amici di Brera”, per entrare gratis tre mesi. E poi ancora: nuovo allestimento, didascalie scritte da artisti, illuminazione diversa.
Insomma un piano ambizioso quello di Bradburne, che include anche l’aumento degli spazi con l’apertura nel 2018 di Palazzo Citterio, per ospitare le collezioni Jesi e Vitale e per tre anni, la promessa che non ci
saranno grandi mostre “perché cannibalizzano i musei”, ma che tutti i capolavori della Pinacoteca resteranno a Milano. Inoltre con l’acquisizione del palazzo di via Brera 19, però, ci sarà anche più spazio per le aule dell’accademia e per un ristorante.
Franceschini a margine della conferenza stampa ha dichiarato: “Stiamo andando in controtendenza ma dobbiamo ancora uscire dal meccanismo assurdo di un Paese, orgoglioso del suo patrimonio, ma che non deve rassegnarsi al fatto che da noi si leggano meno libri che altrove, così come si visitano meno i musei e si va meno che in altri Paesi al cinema, a teatro”.
Poi in relazione alle polemiche dell’estate scorsa riguardo la nomina di direttori stranieri, Franceschini ha stigmatizzato: “è un segnale del livello di arretratezza del sistema museale del nostro Paese”. “Vorrei che adesso alzasse la voce qualcuno che ha fatto polemica sui direttori stranieri”. Infine il ministro ha concluso dicendo: ”Questa è una sfida per Brera e per Milano che, non solo per il traino di Expo, credo sarà una delle città di tendenza europee dei prossimi anni”.