ROMA – Le sale di Palazzo dei Conservatori ai Musei Capitolini ospitano un nucleo di opere straordinarie provenienti dalla Pinacoteca Civica Podesti di Ancona. Si tratta di un progetto nato in occasione del Giubileo, che consentirà di riscoprire capolavori del Rinascimento e del Barocco attraverso sei dipinti di grande valore artistico, tra cui la celebre Pala Gozzi di Tiziano Vecellio, una delle opere fondanti della pittura devozionale cinquecentesca.
Curata da Luigi Gallo e Ilaria Miarelli Mariani, l’esposizione anticipa i lavori di riallestimento della Pinacoteca Podesti, che mira a restituire alla città marchigiana il ruolo centrale che ha avuto nella storia dell’arte italiana.
Il percorso espositivo include cinque pale d’altare monumentali e una pregevole tempera su tavola, opere che abbracciano secoli di arte sacra e raccontano il ruolo di Ancona come crocevia di influenze artistiche nel Rinascimento e nel Barocco.
La Pala Gozzi: un capolavoro tra storia e innovazione
Realizzata nel 1520 per la chiesa di San Francesco ad Alto di Ancona, la la maestosa Pala Gozzi (1520) segna un momento cruciale nella carriera di Tiziano. In questa prima pala d’altare firmata e datata, il giovane pittore traduce il linguaggio monumentale del Rinascimento veneziano in una visione intensamente narrativa e dinamica.
Al centro della composizione, la Vergine con il Bambino appare sospesa su una nube, circondata da angeli che sembrano fondere grazia infantile e maestà divina. Ai lati, San Francesco e San Biagio introducono un dialogo tra il sacro e il committente Luigi Gozzi, ritratto con una precisione che preannuncia la straordinaria stagione ritrattistica tizianesca. Il fondale, dominato dalla veduta di Venezia, non è solo un omaggio alla città d’origine dell’artista, ma diventa un ponte ideale con Ancona, sottolineando il ruolo di quest’ultima come crocevia culturale e artistico del bacino adriatico.
La luce, protagonista assoluta, esalta i volumi e il colore, conferendo al dipinto un’immediatezza visiva che rompe con la staticità della tradizione quattrocentesca. Sul retro della tavola, schizzi e studi a pietra nera, attribuiti allo stesso Tiziano, offrono un ulteriore spunto di riflessione sul processo creativo del maestro.
Le altre opere in mostra
Accanto alla Pala Gozzi, il percorso espositivo include opere che testimoniano la ricchezza artistica di Ancona tra il Quattrocento e il Seicento. Tra queste, la raffinata Madonna col Bambino di Carlo Crivelli, in cui l’oro e i dettagli simbolici definiscono un’estetica di intensa spiritualità; la drammatica Crocifissione di Tiziano, capace di tradurre la sofferenza umana in una composizione di struggente monumentalità; e la Pala dell’Alabarda di Lorenzo Lotto, che combina tensione emotiva e virtuosismo compositivo, e poi ancora la preziosa Circoncisione di Gesù Bambino di Olivuccio Ciccarello.
Il percorso culmina con l’Immacolata Concezione di Guercino, una pala che si distingue per la raffinata combinazione di tradizione classica e innovazione barocca. La figura della Vergine, posta su un paesaggio marino ispirato alla baia di Ancona, evoca un senso di pace e trascendenza.
La scelta di esporre queste opere ai Musei Capitolini non è casuale. La Pinacoteca Podesti, custode di questo prezioso patrimonio, dialoga idealmente con la collezione capitolina, che conserva capolavori degli stessi autori.
L’importanza della sinergia istituzionale
L’Assessore alla Cultura di Roma Capitale, Massimiliano Smeriglio, ha sottolineato come questa iniziativa rappresenti un esempio virtuoso di sinergia, ponendo al centro la cultura come motore di valorizzazione territoriale.
“Come Roma Capitale – ha affermato Smeriglio – siamo orgogliosi di aver contribuito a rendere possibile questo prestito, ma non ci fermiamo qui. Con il bando ‘Caput Mundi Next Generation Eu’, è stato dato il via a un grande investimento di oltre 300 milioni di euro del PNRR che consentirà di riqualificare, tra i molteplici interventi, anche i siti archeologici di Roma in vista del Giubileo del 2025. Un grande sforzo che sta creando qualche disagio ma che riconsegnerà alle romane, ai romani e ai turisti una città nuova, più accessibile e inclusiva, con tutte le sue più grandi opere d’arte e siti archeologici che torneranno a un nuovo splendore”.