ROMA – Nella Roma secentesca, Giovan Battista Marino rappresentò un raffinato punto di incontro tra due mondi: la poesia e le arti figurative. Con la mostra Poesia e Pittura nel Seicento. Giovan Battista Marino e la meravigliosa passione, curata da Emilio Russo, Patrizia Tosini e Andrea Zezza, visitabile alla Galleria Borghese fino al 9 febbraio 2025, si riaccendono i riflettori sul letterato napoletano.
Marino, l’arte e il potere della parola
Nato a Napoli nel 1569, Marino trasformò l’arte in versi attraverso la sua immaginazione poetica. La sua opera più celebre, La Galeria, è un monumento letterario che raccoglie 624 componimenti dedicati a opere d’arte, reali o fantastiche, in un dialogo costante tra immagine e parola. Questa collezione di versi è il focus della mostra romana, un fil rouge che conduce il visitatore attraverso capolavori di Tiziano, Tintoretto, Rubens e Poussin.
Marino non fu solo poeta, fu anche un uomo del suo tempo, frequentatore delle corti e delle collezioni più prestigiose, da Napoli a Torino, da Roma a Parigi. Fu un osservatore acuto e talvolta controverso, capace di cogliere l’essenza degli artisti che incrociavano la sua strada, come il giovane Nicolas Poussin, di cui intuì il genio e a cui aprì le porte della Roma del seicento.
La mostra tra sacro e profano
L’esposizione della Galleria Borghese non solo racconta Marino, ne amplifica anche il mondo. Attraverso un allestimento che intreccia i capolavori della collezione Borghese con opere provenienti da prestigiose istituzioni italiane e internazionali, la mostra si trasforma in una narrazione polifonica. È un percorso che invita a riflettere sul rapporto tra arte e letteratura, tra sacro e profano, tra la tensione emotiva del Barocco e la razionalità di un’epoca in cerca di meraviglia.
Una delle sezioni più suggestive è quella dedicata all’Adone, poema epico che celebra il mito del bellissimo giovinetto amato da Venere. Qui, le opere in mostra spaziano dalla sensualità della storia d’amore, come l’Allegoria amorosa con Venere e Adone di Palma il Giovane, alla tragedia della morte di Adone e al compianto di Venere, in cui i richiami alla tradizione sacra si fanno più evidenti. La poesia di Marino prende forma nelle pennellate dei pittori del suo tempo, in un gioco di rimandi che il visitatore può quasi toccare con mano.
Altro momento centrale è la sezione dedicata a La Strage degli innocenti, tema che unisce il pathos delle Sacre Scritture alla rappresentazione visiva dell’orrore. Opere di Guido Reni e Nicolas Poussin si confrontano con i versi mariniani, attraverso un linguaggio che trasforma il dolore in bellezza, la tragedia in meraviglia.
Marino e Poussin
Tra gli incontri che definiscono la parabola di Marino, quello con Nicolas Poussin occupa un posto d’onore. A Parigi, il poeta riconobbe il talento del giovane pittore e lo incoraggiò a trasferirsi a Roma, dove avrebbe trovato ispirazione per alcuni dei suoi capolavori più noti, come Il compianto su Adone morente e L’ispirazione del poeta. La mostra rende omaggio a questo sodalizio, evidenziando come il dialogo tra poesia e pittura possa generare un’arte capace di attraversare il tempo e le culture.
Vademecum
Poesia e Pittura nel Seicento. Giovan Battista Marino e la meravigliosa passione
19.11.2024 — 09.02.2025
Galleria Borghese
Piazzale Scipione Borghese 5, Roma