Un incontro fuori formato per rileggere Caravaggio attraverso le lenti della fotografia e del cinema, tra chiaroscuro, visione e composizione. Giovedì 29 maggio a Milano.
MILANO – Che Caravaggio abbia rivoluzionato la pittura non è una novità. Ma può essere considerato, in qualche misura, anche un inventore della fotografia? La domanda può sembrare provocatoria, ma è proprio da qui che prende avvio l’incontro organizzato da Federicapaola Capecchi all’interno del progetto Opificio della Fotografia, in collaborazione con la Casa Museo Spazio Tadini.
Andrea Dusio, saggista, critico e autore di numerosi volumi dedicati all’artista lombardo, sarà protagonista di una serata fuori formato: un dialogo aperto, tra parola e immagine, in cui la pittura di Caravaggio viene riletta come anticipazione di pratiche visive moderne, dalla fotografia al cinema.
Una luce che attraversa i secoli
L’incontro prende spunto da una riflessione centrale nel volume Caravaggio e il Giubileo della Luce, firmato dallo stesso Dusio: l’uso radicale di luce e ombra da parte del pittore barocco, capace di scolpire il buio e isolare l’istante. Una strategia narrativa che – più che derivare da una tradizione accademica – sembra rispondere a esigenze di sintesi visiva, quasi come se l’artista operasse con un’inquadratura. Un riferimento implicito, ad esempio, è il lavoro di Weegee, il fotografo noto per le sue immagini scattate sulle scene del crimine: entrambe le visioni cercano l’urgenza dell’evento, lo squarcio narrativo dell’attimo.
Tecniche visive e invenzione artigianale
Durante l’incontro si analizzeranno anche i dispositivi ottici e gli esperimenti di illuminazione utilizzati da Caravaggio: pare che l’artista, privo di formazione disegnativa canonica, impiegasse specchi, fori e lenti per ottenere una luce più naturale e teatrale. Soluzioni empiriche che, nella Milano del 2025, possono essere lette come segni di un’intelligenza visiva capace di anticipare gli sviluppi futuri dell’immagine tecnica.
Dusio ci accompagnerà, in particolare, nell’osservazione delle prime opere pubbliche del pittore per la chiesa di San Luigi dei Francesi, rivelando come la pressione sui tempi e l’assenza di riferimenti classici abbiano spinto Caravaggio verso una composizione che condensa l’azione in un momento unico, quasi un fotogramma.
Uno spazio per interrogarsi sull’immagine
L’incontro sarà uno spazio di pensiero in cui la fotografia dialoga con la pittura, e la critica si misura con la visione. Del resto, è proprio questa la vocazione dell’Opificio della Fotografia, progetto curatoriale e culturale creato da Federicapaola Capecchi. Un laboratorio permanente dove l’immagine si mette in crisi e si reinventa.
Vademecum
Caravaggio ha inventato la fotografia?
Dialogo con Andrea Dusio
Introduce e modera: Federicapaola Capecchi
Giovedì 29 maggio 2025, ore 19
Opificio della Fotografia – Via Niccolò Jommelli 24, Milano
MM Loreto – Piola | Bus 81
info@opificiodellafotografia.it