Da Capucci a JR, un itinerario espositivo che attraversa linguaggi e contesti differenti, tra archivio, corpo e spazio urbano
Dalle sculture indossabili di Roberto Capucci, che forzano il concetto stesso di moda, alle istantanee di Vivian Maier, che restituiscono l’esperienza urbana nella sua densità più ordinaria e inafferrabile; dalla materia fotosensibile di Mario Giacomelli, trattata come superficie pittorica, alle macchine rituali di Rebecca Horn, in cui corpo e ingranaggio si confondono, fino al dispositivo corale e partecipativo concepito da JR per Napoli: ogni mostra affronta in modo diverso il problema della visibilità, dell’apparizione, della messa in scena. Più che un tema comune, ciò che attraversa questi progetti è una costellazione di interrogativi critici sul rapporto tra immagine e costruzione del reale, tra forma e narrazione, tra identità e contesto.
Capucci a Villa Pisani: il colore come struttura
La mostra “La forza del colore. Roberto Capucci a Villa Pisani” inaugura un percorso in cui moda, scultura e architettura si fondono in un unico progetto visivo. L’abito, nelle mani del couturier romano, smette di essere accessorio per diventare struttura tridimensionale, organismo cromatico, forma architettonica. Venti abiti-scultura dialogano con gli ambienti barocchi della villa, tra affreschi e decorazioni, in un gioco di rifrazioni visive che mette il colore al centro della scena.
L’abito da nozze ispirato al Tiepolo, posto sotto l’Apoteosi della famiglia Pisani, costituisce il nodo simbolico dell’allestimento: un confronto diretto tra due forme di monumentalità. Il percorso si sviluppa tra disegni d’archivio, fotografie, materiali preparatori, restituendo al visitatore non solo l’estetica compiuta di Capucci, ma anche le sue intenzioni progettuali. È un invito a rileggere la moda come forma d’arte autonoma e storicamente situata.
Dal 17 Maggio 2025 – 02 Novembre 2025 al Museo Nazionale di Villa Pisani
Via Doge Pisani 7 – 30039 Stra (Ve) https://www.villapisani.beniculturali.it/mostre/la-forza-del-colore
Rebecca Horn al Castello di Rivoli: corpo, macchina, memoria
Con “Cutting Through the Past”, il Castello di Rivoli dedica a Rebecca Horn la prima retrospettiva in un museo pubblico italiano. L’allestimento nella Manica Lunga, curato da Marcella Beccaria, ripercorre decenni di ricerca attraverso installazioni cinetiche, video, performance, disegni e sculture. Opere come Pfauenmaschine, Concert for Anarchy e Turm der Namenlosen mettono in tensione l’organico e il meccanico, il gesto e la ripetizione.
Il corpus della mostra è potenziato da una sezione dedicata ai Bodylandscapes e al film Der Eintänzer, e si estende simbolicamente anche alla Collezione Cerruti, dove è esposto il violoncello-automa Cello, parte del grande progetto Konzert für Buchenwald. L’opera di Horn, attraversata da una poetica del corpo ferito e riattivato, apre riflessioni sulla condizione umana in tempi tecnologicamente saturi. Il tutto rafforzato dalle proiezioni speciali previste per fine maggio, tra cui La Ferdinanda e Buster’s Bedroom.

Dal 23 maggio al 21 settembre 2025 al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea
Piazza Mafalda di Savoia – 10098 Rivoli (Torino)
www.castellodirivoli.org | T. +39 0119565222 | info@castellodirivoli.org
Mario Giacomelli a Roma: fotografia come materia
A Palazzo delle Esposizioni, la mostra “Mario Giacomelli. Il fotografo e l’artista”, a cura di Bartolomeo Pietromarchi e Katiuscia Biondi Giacomelli, celebra il centenario del fotografo marchigiano con un percorso che esplora le contaminazioni tra fotografia, pittura, poesia e gesto performativo. Oltre 300 stampe originali, molte delle quali inedite, sono esposte in dialogo con opere di Burri, Afro, Kounellis, Cucchi, Roger Ballen.
Il confronto non è solo iconografico ma strutturale: la superficie fotografica di Giacomelli richiama la materia pittorica di Burri, mentre le sue vedute contadine si confrontano con il paesaggio visionario di Cucchi. Una sala immersiva dedicata alla serie Io non ho mani che mi accarezzino il volto restituisce l’energia cinetica di un’opera che, sin dagli anni Sessanta, ha ridefinito il linguaggio del reportage. La mostra si chiude con la ricostruzione dello studio dell’artista e con una sezione multimediale che ne racconta l’interiorità attraverso parole e immagini.
Dal 20 maggio al 3 agosto 2025 Azienda speciale Palaexpo
Vivian Maier a Padova: la poetica dell’anonimato
Al Centro Culturale Altinate | San Gaetano, la mostra “Vivian Maier. The Exhibition” ripercorre la vita e l’opera della fotografa americana attraverso oltre 200 fotografie, filmati Super 8, registrazioni audio e materiali d’archivio. Curata da Anne Morin, è la più ampia retrospettiva mai realizzata in Italia sulla Maier.
Dagli autoritratti agli scatti rubati tra Chicago e New York, l’universo visivo di Maier si rivela per quello che è: un’esplorazione silenziosa ma intensa del vivere urbano, spesso dal margine. L’anonimato che ha accompagnato la sua esistenza diventa cifra stilistica, una lente discreta attraverso cui la realtà si lascia osservare senza essere invasa. Un allestimento immersivo, tra stanze tematiche e sezioni esperienziali, permette di cogliere la complessità narrativa di un archivio che è anche un diario visivo della società americana del secondo Novecento.
Fino al 28 settembre 2025 al Centro Culturale Altinate | San Gaetano
Via Altinate, 71 – 35121 – Padova www.arthemisia.it
JR a Napoli: la città come ritratto collettivo
Con il progetto “Chi sei, Napoli?”, l’artista francese JR arriva per la prima volta in Italia con uno dei suoi monumentali murales fotografici. Dopo le tappe internazionali di Chronicles, l’intervento napoletano si concentra sulla facciata del Duomo, trasformata in un mosaico di oltre 600 ritratti raccolti in sette quartieri della città.
Alle Gallerie d’Italia di Napoli, una mostra racconta il making-of del progetto e presenta le edizioni precedenti realizzate a Clichy-Montfermeil, Cuba e negli USA. In questo caso, Napoli diventa specchio e scena, città narrata non attraverso stereotipi ma attraverso i volti reali che la abitano. Vigili del fuoco, turisti, pizzaioli, nonne, studenti: tutti ritratti con la stessa luce, la stessa dignità, in un’opera che mette in discussione chi guarda e chi viene guardato. Un gesto di arte pubblica che è anche pratica sociale e politica del vedere.
Dal 22 maggio 2025 – 5 ottobre 2026 alle Gallerie d’Italia – Napoli Museo di Intesa Sanpaolo a Napoli