Dalla grande tradizione artistica europea alle sperimentazioni più innovative: cinque appuntamenti per chi desidera esplorare le molteplici declinazioni dell’arte, dalla raffinatezza di Boldini e Mucha alla potenza concettuale di Daniel Buren, passando per un Canova mai visto, le provocazioni della contemporaneità e le sfide ambientali del nostro tempo
La primavera 2025 si preannuncia come una stagione ricca di appuntamenti di grande interesse per gli amanti dell’arte. Dalle sale affrescate di Ferrara e Padova agli spazi contemporanei di Milano e Torino, fino agli interventi site-specific a Pistoia, il panorama espositivo si distingue per la varietà delle proposte.
Le mostre selezionate spaziano dal fascino della Belle Époque, incarnato dalle opere di Alphonse Mucha e Giovanni Boldini, alle sfide concettuali di Daniel Buren. A Milano, una grande collettiva internazionale con Cindy Sherman, Nan Goldin e Francesco Vezzoli indaga l’identità e le trasformazioni sociali, mentre a Padova un ritrovamento straordinario riporta alla luce un’opera inedita di Antonio Canova. Torino, invece, diventa il palcoscenico di una riflessione immersiva sulla crisi climatica con il progetto Thermocene.
Cinque mostre diverse per epoche, linguaggi e finalità, accomunate però dalla capacità di proporre nuovi sguardi sulla realtà e di stimolare il dialogo tra arte e pubblico.


Alphonse Mucha e Giovanni Boldini
Palazzo dei Diamanti – Ferrara, 22 marzo – 20 luglio 2025
Palazzo dei Diamanti dedica un’importante esposizione a due maestri della rappresentazione della femminilità tra Otto e Novecento: Alphonse Mucha e Giovanni Boldini. Il percorso espositivo esplora il fascino dell’Art Nouveau attraverso le celebri composizioni decorative di Mucha, tra cui Gismonda (1894), Le Stagioni (1896) e Médée (1898), testimonianza del suo iconico ‘Style Mucha’. L’artista ceco, noto per i manifesti teatrali di Sarah Bernhardt, fu anche designer di gioielli e scenografo, influenzando profondamente l’estetica dell’epoca.
Parallelamente, le sale dell’ala Tisi accolgono una selezione di opere di Boldini, il pittore ferrarese che conquistò l’alta società parigina con ritratti sofisticati ed eleganti, caratterizzati da una pennellata rapida e vibrante. Capolavori come La signora in rosa (1916) e Fuoco d’artificio (c. 1890) si affiancano a disegni e incisioni provenienti dal Museo Giovanni Boldini, uno sguardo approfondito sulla sua straordinaria capacità di cogliere la grazia e il dinamismo delle figure femminili.


Da Cindy Sherman a Francesco Vezzoli: 80 artisti contemporanei
Palazzo Reale, Milano | 7 marzo – 4 maggio 2025
Un’esposizione ambiziosa che raccoglie 150 opere di 80 artisti contemporanei internazionali per esplorare le tematiche più urgenti del nostro tempo. La mostra, a cura di Daniele Fenaroli con la consulenza scientifica di Vincenzo de Bellis, con la produzione esecutiva di Arthemisia, si apre con sei lavori di Cindy Sherman, figura chiave dell’arte femminista, che riflette sull’identità, il corpo e la costruzione del sé. Il percorso prosegue con artisti come Nan Goldin, con le sue intime narrazioni fotografiche, Matthew Barney e la sua estetica surreale, Kiki Smith, con le sue sculture evocative, e Francesco Vezzoli, noto per la sua fusione di cultura pop e riferimenti classici.
Le 11 sale tematiche indagano argomenti centrali quali l’identità di genere, i diritti civili, la solitudine e la trasformazione sociale.
Il progetto espositivo, promosso dal Comune di Milano – Cultura, da Palazzo Reale e dalla Fondazione Giuseppe Iannaccone, in occasione della Milano Art Week, rappresenta un momento di confronto sul ruolo dell’arte nel nostro presente. L’iniziativa ha ottenuto l’alto patrocinio del Parlamento Europeo per l’impegno nella promozione dell’inclusione sociale e della parità di genere.


Il Canova mai visto
Museo Diocesano di Padova | 8 marzo – 8 giugno 2025
Il Vaso cinerario di Louise von Callenberg, opera in marmo di Antonio Canova realizzata tra il 1803 e il 1807, creduta perduta nei bombardamenti della Seconda guerra mondiale, è stata recentemente riscoperta. Il Museo Diocesano di Padova la presenta in una mostra che ricostruisce l’intero monumento funerario, originariamente collocato presso la Chiesa degli Eremitani, con elementi architettonici firmati da Giannantonio Selva e Domenico Fadiga.
Il percorso espositivo, a cura di Andrea Nante, Elena Catra, Vittorio Pajusco, include incisioni, lettere e gessi, proponendo uno sguardo approfondito sul rapporto tra Canova e Padova. Un’intera sezione è dedicata al fratello dell’artista, Giovanni Battista Sartori Canova, la cui collezione numismatica e i documenti inediti contribuiscono a ricomporre il contesto culturale e artistico in cui operò il celebre scultore. Un viaggio tra storia e arte in una cornice suggestiva, arricchita da un nuovo impianto illuminotecnico progettato da iGuzzini.

Thermocene
Torino, Gallerie d’Italia e Antiche Ghiacciaie del Mercato Centrale | 5 – 30 marzo 2025
Un’esperienza multisensoriale che intreccia arte, scienza e tecnologia per riflettere sulla crisi ambientale. Thermocene, concepita da Giorgio Ferrero e Rodolfo Mongitore, si sviluppa in due sedi torinesi: le Gallerie d’Italia e le Antiche Ghiacciaie del Mercato Centrale. Il progetto esplora l’impatto umano sulla natura attraverso suoni e immagini raccolti nelle Alpi piemontesi, dove i due artisti hanno vissuto in isolamento in bivacchi d’alta quota.
Nella prima sezione della mostra, il visitatore è immerso in un paesaggio sonoro che restituisce il caos acustico causato dall’uomo, amplificato dall’acustica naturale delle ghiacciaie. Nella seconda parte, una proiezione a doppio canale alterna riprese della spedizione artistica a 3000 metri d’altezza con un’esperienza sonora più armoniosa, suggerendo un possibile equilibrio tra uomo e ambiente.
La mostra si inserisce in un progetto più ampio che proseguirà in altre sedi italiane e internazionali, tra cui la GAMeC di Bergamo, dove sarà parte della Biennale delle Orobie.


Daniel Buren. Fare, Disfare, Rifare
Palazzo Buontalenti, Pistoia | 8 marzo – 27 luglio 2025
La ricerca visiva e spaziale di Daniel Buren, tra i più influenti artisti contemporanei, è al centro di una grande retrospettiva a Palazzo Buontalenti di Pistoia, curata dallo stesso artista e da Monica Preti, direttrice di Fondazione Pistoia Musei. La mostra, articolata in dieci sale e nella corte interna e si concentra sul concetto di in situ, principio cardine del lavoro dell’artista francese, che rifiuta l’indipendenza delle opere, strettamente legate alle caratteristiche fisiche (spazio, architettura, materiali) e culturali (storia, tradizioni, comunità) dei luogi in cui egli crea e colloca i suoi lavori.
Le sue celebri strisce verticali bianche e colorate, sempre larghe 8,7 cm, si trasformano in installazioni luminose, alto-rilievi e interventi architettonici che modificano la percezione dello spazio.
L’esposizione include due Cabane (1985 e 2000/2019), una selezione di dipinti realizzati tra il 1965 e il 1967 e una sala dedicata ai progetti elaborati per la Toscana, che Buren ripropone in un continuo processo di Fare, Disfare, Rifare. L’artista ripensa il proprio lavoro nel tempo, mettendo in discussione l’autonomia delle opere e legandole indissolubilmente al contesto in cui vengono realizzate.