L’Opera di Santa Maria del Fiore ha smentito categoricamente di aver mai espresso un parere ufficiale sull’autenticità del busto
FIRENZE – Un busto in marmo rimasto nell’ombra per decenni potrebbe rivelarsi una delle rare opere firmate da Donatello. Conservato nel Museo Spiš di Levoča, una cittadina slovacca poco nota per i suoi tesori artistici, il ritratto di una giovane donna era stato a lungo considerato una copia ottocentesca. Tuttavia, una recente analisi ha portato un gruppo di esperti locali a ipotizzare che si tratti di un autentico capolavoro del grande scultore fiorentino.
L’ipotesi nasce dalla scoperta di un’iscrizione sulla base del busto: “Opus Donatelli“. La firma sembrava corrispondere a quella di altre sette opere di Donatello tra cui “Giuditta e Oloferne” Una dicitura che ha spinto Mária Novotná, ex direttrice del museo, a sottoporre l’opera a un’indagine più approfondita presso l’Accademia Slovacca delle Scienze a Bratislava. Gli studiosi coinvolti hanno suggerito una connessione tra la scultura e Cecilia Gonzaga, figura aristocratica del XV secolo. Il busto potrebbe essere giunto in Slovacchia attraverso i legami storici tra la famiglia Gonzaga di Mantova e i Csáky, antichi proprietari dell’opera.
Una storia di oblio e riscoperta
Il percorso del busto attraverso i secoli è tutt’altro che lineare. Dopo essere stato custodito nella residenza della famiglia Csáky a Spišsky Hrhov, l’opera conobbe un destino insolito: alla fine della Seconda Guerra Mondiale, la villa aristocratica venne trasformata in un riformatorio femminile, e la scultura divenne un semplice oggetto di gioco per le giovani ospiti. Solo nel 1975 il busto entrò nella collezione del Museo Spiš, dove fu etichettato come una riproduzione priva di particolare valore artistico.
L’attribuzione a Donatello, tuttavia, non è priva di controversie. Se da un lato gli esperti slovacchi hanno sottolineato le somiglianze con altre opere dello scultore, come la tomba dell’antipapa Giovanni XXIII nel Battistero di Firenze, dall’altro l’Opera di Santa Maria del Fiore ha smentito categoricamente di aver mai espresso un parere ufficiale sull’autenticità del busto.
Nel giugno 2022, si legge in una nota, l’Opera “ha accolto le studiose impegnate nelle ricerche sul busto, guidandole nell’osservazione diretta dei capolavori di Donatello conservati nella Cattedrale, nel Battistero e nel Museo dell’Opera del Duomo a Firenze. Durante tale occasione, si è svolta una conversazione di carattere generale sulla scultura rinascimentale e sull’artista“
Giovanni Serafini, storico dell’arte e dipendente dell’Opera fiorentina, ha precisato di non aver mai confermato l’attribuzione, neanche in via informale.
“Non ho espresso nessun parere, nemmeno in via informale, sull’autografia donatelliana del busto di Levoča”.
Il futuro dell’opera
Il busto di Levoča è attualmente conservato in condizioni di sicurezza, ma senza una conferma definitiva della sua paternità e con dubbi sulla capacità del museo locale di gestire un’opera di tale rilevanza. La questione si intreccia con la recente rimozione di Mária Novotná dalla direzione del Museo Spiš, una decisione su cui i media slovacchi hanno sollevato interrogativi.
Al momento, l’opera non è esposta al pubblico ed è visibile solo in versione digitale attraverso una scansione 3D. Resta da vedere se ulteriori analisi confermeranno la clamorosa attribuzione a Donatello o se il busto di Levoča rimarrà avvolto nel mistero, testimone di una storia complessa che attraversa secoli e confini.