ROMA – Dopo un’attenta selezione tra 44 candidature, il MACRO accoglie una nuova direttrice: Cristiana Perrella. Con lei si apre una fase di continuità e rilancio per il museo romano, chiamato oggi a ripensare il ruolo dell’arte contemporanea nella città e nel dibattito culturale nazionale.
La scelta di Cristiana Perrella come nuova direttrice del MACRO – Museo d’Arte Contemporanea di Roma, annunciata dal Sindaco Roberto Gualtieri, dall’Assessore alla Cultura Massimiliano Smeriglio e dal Presidente dell’Azienda Speciale Palaexpo Marco Delogu, arriva al termine di un processo che ha visto il coinvolgimento di una commissione composta da esperti e accademici. Tra questi: Federica Pirani, direttrice della Direzione Patrimonio artistico delle Ville storiche della Sovrintendenza Capitolina; Laura Iamurri, professoressa ordinaria di Storia dell’Arte contemporanea dell’Università Roma Tre; Carla Subrizi, professoressa di Storia dell’Arte contemporanea dell’Università Sapienza; Daniela Lancioni, curatrice senior di Palaexpo; Fabio Merosi, direttore generale Azienda Speciale Palaexpo.
Gli altri candidati che la Commissione ha selezionato sono: Johanne Affricot e Lucrezia Cippitelli, Maria Alicata, Cecilia Canziani e Ilaria Gianni, Annamaria Cestelli Guidi e Lorenzo Romito, Florence Derieux.
A prevalere è stata una visione solida e articolata, che promette di coniugare rigore curatoriale e apertura al presente.
Una figura di esperienza, tra istituzioni e progettualità indipendenti
Curatrice, critica d’arte, docente universitaria: il percorso di Cristiana Perrella si è mosso con naturalezza tra centri di produzione culturale, contesti accademici e progetti di respiro internazionale. Già direttrice del Centro Pecci di Prato, del programma di arte contemporanea della British School at Rome e di molteplici iniziative tra arte, scienza e ricerca, Perrella ha sviluppato una pratica curatoriale attenta alle trasformazioni della società e ai linguaggi emergenti.
Il suo ritorno alla direzione di un museo, e in particolare in una città come Roma, è segnato dalla volontà di proseguire nel solco tracciato da Luca Lo Pinto, mantenendo quella coerenza sperimentale che ha definito il MACRO negli ultimi cinque anni. Ma è anche un invito a spingersi oltre: a rendere l’istituzione ancora più porosa, inclusiva, capace di aprire spazi di pensiero critico e di dialogo con i molteplici pubblici che attraversano la città.

Un MACRO accogliente e all’avanguardia
Nel suo primo intervento pubblico, Perrella ha delineato le coordinate di un museo che vuole essere «accogliente e radicale, generoso e all’avanguardia», con l’ambizione di «rendere l’arte contemporanea significativa e vicina per un pubblico quanto più ampio possibile». Una dichiarazione d’intenti che non parla di rotture, ma di trasformazioni progressive, in continuità con una progettualità già solida e riconosciuta a livello internazionale.
L’obiettivo è chiaro: consolidare il ruolo del MACRO come nodo centrale nella rete delle istituzioni romane dedicate all’arte contemporanea – insieme a Palazzo Esposizioni, Mattatoio e Museo delle Periferie – ma anche restituire al museo una funzione di laboratorio attivo, spazio critico e luogo di prossimità culturale.
Le parole del Sindaco Gualtieri e dell’Assessore Smeriglio sottolineano l’importanza strategica del MACRO nella mappa culturale della città: non solo un museo, ma una piattaforma capace di generare contenuti, visioni e connessioni. La scelta di Perrella è stata accolta con soddisfazione anche dal Presidente di Palaexpo, Marco Delogu, che ha ribadito l’intento di costruire un’azione sinergica tra le diverse sedi gestite dall’Azienda.
Il primo appuntamento è già fissato: il 27 maggio, con l’edizione 2025 del Festival delle Accademie e degli Istituti di Cultura stranieri, a cura di Saverio Verini. Una cornice emblematica per iniziare a tracciare la nuova direzione.