Il Centre Pompidou, cuore pulsante dell’arte contemporanea europea e simbolo della Parigi più innovativa, ha chiuso ufficialmente le sue porte al pubblico questa mattina. Per i prossimi cinque anni, l’iconico edificio progettato da Renzo Piano e Richard Rogers sarà al centro di un vasto intervento di ristrutturazione. Una trasformazione senza precedenti che punta non solo a rinnovare l’edificio dal punto di vista tecnico, ma anche a ridefinirne profondamente la missione culturale.
L’intervento nasce da un’esigenza ormai improrogabile: mettere in sicurezza una struttura complessa, costruita oltre quarant’anni fa, che presenta oggi una serie di criticità. La presenza diffusa di amianto, in particolare nelle facciate, ha reso necessaria una bonifica completa. A questo si aggiungono gravi problemi legati alla corrosione della struttura metallica, all’obsolescenza degli impianti e alla necessità di adeguare l’edificio alle norme di sicurezza e antincendio attuali. Tuttavia, il progetto non si limita a questi aspetti tecnici. Il Centre Pompidou coglie l’occasione per riflettere sul proprio ruolo e per rilanciarsi come un centro culturale capace di affrontare le sfide del futuro.
Ristrutturazione affidata allo studio franco-giapponese Moreau-Kusunoki e all’architetta messicana Frida Escobedo
Uno degli obiettivi dichiarati è infatti migliorare radicalmente l’accessibilità e l’accoglienza del pubblico. “Dopo la chiusura graduale di tutti i livelli dell’edificio storico di Beaubourg, all’inizio del 2026 sarà avviato il vasto cantiere di ristrutturazione, affidato agli studi di architettura AIA, Moreau-Kusunoki e Frida Escobedo – spiega il sito dell’iconico museo parigino. – Il progetto coniuga aspetti tecnici e ambientali, come la bonifica totale della facciata dall’amianto, il trattamento della corrosione della struttura principale, la ristrutturazione e l’ottimizzazione energetica dell’edificio o ancora la sua accessibilità, con aspetti culturali: migliorare l’accoglienza del pubblico, ripensare la presentazione della collezione e la disposizione della Bpi, modificare la distribuzione degli spazi per lasciare ancora più spazio alla creazione e riaffermare così la natura multidisciplinare del Centro”.
L’organizzazione degli spazi interni sarà completamente ripensata per rendere più fluido il percorso di visita, con nuovi accessi, aree di sosta e servizi pensati anche per le persone con disabilità. Saranno rinnovate le aree comuni, le sale espositive, i punti di ristoro e i luoghi destinati agli eventi pubblici, in un’ottica di maggiore funzionalità e sostenibilità ambientale. Anche dal punto di vista energetico, l’intervento sarà profondo: l’intero sistema di climatizzazione sarà sostituito, verranno migliorati l’isolamento termico e l’impermeabilizzazione, con l’intento di ridurre drasticamente i consumi e l’impatto ambientale della struttura.
La trasformazione sarà guidata da una visione architettonica e culturale congiunta, affidata allo studio franco-giapponese Moreau-Kusunoki e all’architetta messicana Frida Escobedo, figure di spicco dell’architettura contemporanea. La componente tecnica sarà invece gestita dall’agenzia AIA Life Designers. L’investimento complessivo previsto si aggira intorno ai 460 milioni di euro, finanziati in gran parte dallo Stato francese e da contributi pubblici e privati.
“Constellation Pompidou”: i progetti durante la chiusura
Durante il periodo di chiusura, il Centre Pompidou non interromperà del tutto la propria attività. Verranno avviati progetti culturali “diffusi”, in collaborazione con altri musei e istituzioni sia in Francia che all’estero. Il programma, chiamato “Constellation Pompidou”, prevede mostre temporanee in sedi partner a Lille, Metz, Marsiglia, ma anche internazionalmente, a Bruxelles, Miami e Shanghai. Parallelamente, saranno sviluppate attività digitali e iniziative educative per mantenere il contatto con il pubblico, le scuole e il mondo accademico. Anche la Biblioteca Pubblica d’Informazione (BPI), che ha sede all’interno del centro, sarà temporaneamente rilocata o parzialmente digitalizzata per continuare a offrire i propri servizi.
Con la chiusura ufficiale di oggi, tutte le attività museali all’interno dell’edificio cessano. La collezione permanente è già stata smantellata nelle scorse settimane, mentre le mostre temporanee hanno chiuso definitivamente ieri sera. Il sito rimarrà inaccessibile al pubblico fino al 2030, anno previsto per la grande riapertura. Per Parigi si tratta di una perdita significativa: con oltre tre milioni di visitatori all’anno, il Centre Pompidou rappresentava non solo un’attrazione turistica di primo piano, ma anche un punto di riferimento culturale e sociale per la città.
Tuttavia, l’intento è chiaro: non si tratta di un semplice restauro, ma di una vera e propria rifondazione. L’ambizione è riportare il Pompidou al centro della scena culturale internazionale, restituendogli quella vocazione utopica che ne ha segnato la nascita. Un luogo di incontro tra le arti e le persone, tra innovazione e memoria, tra Parigi e il mondo. Il conto alla rovescia verso il 2030 è iniziato.