NAPOLI – Sono stati recentemente riportati alla luce alcuni blocchi in pietra lavorata dalle acque cristalline della Grotta Azzurra, una delle perle naturali dell’isola di Capri, grazie alle ricerche congiunte della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Napoli, della Direzione Regionale Musei Campania, del Comando Carabinieri Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Napoli e del Comando Carabinieri Nucleo Subacqueo di Napoli.
I reperti sono, presumibilmente, parte dell’antico arredo scultoreo del ninfeo imperiale della villa romana di Gradola.
Le indagini e il recupero
Dopo anni di segnalazioni e approfonditi studi di archivio, la Soprintendenza ha deciso di avviare una campagna di ricerche sul fondale della Grotta Azzurra. Questo luogo, un tempo sontuoso ninfeo imperiale legato alla villa romana di Gradola, ha rivelato i suoi segreti grazie a nuovi rilievi subacquei. I blocchi di pietra lavorata sono stati individuati sul fondale, testimoni silenziosi di un’epoca lontana.
Un’operazione complessa
Con l’aiuto della motovedetta dei Carabinieri del Nucleo Subacquei di Napoli, il soprintendente Mariano Nuzzo e i funzionari del Ministero della Cultura hanno intrapreso un’avventura nelle acque di Capri. Davanti alla Grotta Azzurra, i sommozzatori hanno individuato uno dei reperti scultorei già segnalati dagli archeologi. Utilizzando due palloni, hanno sollevato il blocco fuori dalla grotta, attraverso un’apertura situata a circa 3 metri di profondità. Il reperto è stato quindi trasportato al porto di Capri, per poi essere temporaneamente ospitato nel palazzo del Municipio.
Conservazione e valorizzazione
Grazie alla collaborazione con il Comune di Capri e di Anacapri, il reperto sarà trasferito nei depositi della Certosa di San Giacomo, dove sarà sottoposto a restauro, studio e valorizzazione. Il soprintendente Nuzzo ha sottolineato l’importanza di proteggere e valorizzare il patrimonio archeologico di Capri, rendendolo accessibile a tutti.
Questo non è il primo rinvenimento straordinario nelle acque della Grotta Azzurra. Negli anni ’60 e ’70, l’allora soprintendente Alfonso de Franciscis aveva già recuperato altre testimonianze dell’antica grandezza dell’isola: cinque statue e numerosi frammenti raffiguranti Nettuno e il suo seguito di creature marine. Oggi, queste opere sono esposte nel Museo della Grotta Azzurra presso la Casa Rossa di Anacapri, testimonianze tangibili di un passato affascinante e misterioso.