È un’evidenza visiva, più che una denuncia. Con la sua nuova serie fotografica, Sélène de Condat porta al Magazzino alla Riscossa un’indagine visiva sull’impatto irreversibile delle società moderne sull’ambiente naturale. Il punto di partenza è il De Rerum Natura di Lucrezio, testo classico che l’artista rilegge attraverso la lente dei nostri tempi, in cui la plastica ha contaminato ecosistemi, linguaggi e immaginari.
Estetica dell’asfissia
Le immagini realizzate da de Condat mostrano organismi avvolti in involucri trasparenti, come se fossero forme vitali divenute testimoni involontari di una metamorfosi tossica. Le superfici lucide, il senso di compressione, il vuoto intorno ai soggetti creano una tensione percettiva che non rassicura ma inquieta. È una rappresentazione della vita diventata materia inerte, inserita in un sistema economico che produce residui eterni più che futuro.
Il riferimento a Lucrezio, lungi dall’essere decorativo, innerva la visione dell’artista: il poeta latino osservava la complessità del mondo naturale, de Condat ne mostra la deformazione attuale. Dalla legge delle cose si è passati al degrado delle cose: una riflessione fotografica che interroga, destabilizza, coinvolge.

Poesia e fotografia, un confronto tra linguaggi
La mostra diventa evento il 24 giugno alle 17:30, con la presenza di Milo De Angelis, che introdurrà la sua nuova traduzione del poema lucreziano, edita da Mondadori. L’intervento dell’attrice Viviana Nicodemo, con la lettura di alcuni estratti, amplia il progetto in direzione performativa, facendo dialogare parola e immagine all’interno di una cornice poetico-filosofica.
Il Magazzino alla Riscossa, nuovo spazio espositivo nato dall’iniziativa del costumista e scenografo Sergio Ballo, accoglie la mostra in una dimensione che non è solo espositiva ma anche relazionale: un luogo di attraversamento tra linguaggi e pratiche artistiche, dove la riflessione sul contemporaneo si traduce in azione culturale.
Tracce sospese: quando la luce racconta l’irreparabile
Nella ricerca di Sélène de Condat non esistono estetiche consolatorie. Dopo i reportage dedicati agli ambienti invisibili di Parigi (Ici Bas) e il progetto sull’“ospedale delle bambole” (Hôpital des poupées, 2022), esposto a Firenze, il lavoro sulla migrazione studentesca (Viaggio verso la Sapienza, MLAC Roma 2023) ha mostrato la sua costante attenzione per le soglie, per le esistenze che sfuggono al racconto dominante.
Il suo stile fotografico – come osservato da Costantino D’Orazio – si struttura intorno a una luce che svela e disorienta. Una luce che non decora ma scava, che disegna l’ombra e lascia emergere ciò che si tende a rimuovere: la presenza inquietante della materia che sopravvive all’uomo.
Vademecum
De Rerum Plastic – Natura
dal 2 al 30 giugno 2025
Magazzino alla riscossa – +39 347 246 9015
Vicolo della riscossa, 35 – 58017 Pitigliano GR