L’opera “HITEN” del grande maestro giapponese è parte del Memory Disc V3, un modulo Barrelhand x UNESCO: trasportato a bordo di tre missioni lunari ufficiali fino al 2027
ROMA – Non è la prima volta che Yoshitaka Amano supera i confini dell’immaginazione, ma questa volta ha superato anche quelli terrestri. HITEN, una delle sue opere più emblematiche, è stata inclusa nella Memory Disc V3, una missione internazionale destinata a depositare tracce della cultura umana sulla superficie lunare. Si tratta di un dispositivo minuscolo, ma progettato per durare millenni: una sorta di archivio cosmico in miniatura, costruito per resistere al tempo e al vuoto.
L’opera, che prende il nome dalle creature celestiali della mitologia giapponese, non è stata scelta per caso. Fluttuante, evanescente, attraversata da linee dorate e moti di luce, HITEN è una figura liminale, sospesa tra i mondi, tra estetica orientale e immaginario fantasy, tra spiritualità e materia. In questo, rispecchia lo spirito stesso della missione: una soglia aperta sul futuro.

Arte e archiviazione cosmica: la missione della Memory Disc V3
Tre missioni lunari, un solo obiettivo: salvare la memoria del mondo. È questo l’ambizioso intento della Memory Disc V3, sviluppata con il sostegno dell’UNESCO e il contributo di agenzie spaziali europee, statunitensi e asiatiche. Le opere digitalizzate – tra cui quella di Amano – saranno custodite a bordo di un lander e due rover lunari. Una capsula del tempo non per il passato, ma per un possibile futuro, forse postumano, in cui l’arte sopravvive come codice.
In questo contesto, HITEN diventa non solo una testimonianza visiva, ma una dichiarazione di metodo. È arte che dialoga con l’AI, con l’archiviazione distribuita, con le logiche dell’immortalità digitale. Come ha affermato lo stesso Amano:
“L’arte deve esprimere gli elementi fondamentali della nostra umanità. Mentre punto ai miti del futuro, creo le mie opere con immaginazione e divertimento.”

Da Roma alla Luna: il percorso italiano di Amano
Il lancio avviene in un momento in cui la presenza di Amano in Italia è tutt’altro che secondaria. Al Museo di Roma a Palazzo Braschi, è in corso fino al 12 ottobre 2025 la mostra Amano Corpus Animae, che raccoglie oltre 200 opere e oggetti originali, tra cui lavori inediti e materiali nati dalla collaborazione con lo scrittore Michael Moorcock.
Ma il rapporto tra Amano e l’Italia non si esaurisce qui. L’artista ha firmato la trilogia di poster ufficiali di Lucca Comics & Games 2024, dedicata a Puccini. Questo lo ha portato a essere nominato Ambassador del Padiglione Italia a Expo 2025 Osaka. Il percorso, iniziato a Milano con la prima grande retrospettiva europea alla Fabbrica del Vapore, ha trovato poi nella tappa romana la sua sintesi: un attraversamento di design, narrazione e iconografia, tra Oriente e Occidente, tra passato reinventato e futuri immaginati.
Un artista senza orbite fisse
Amano non si è mai lasciato contenere da un’unica scena, da un solo pubblico, da una sola epoca. La traiettoria del suo lavoro segue orbite più eccentriche: dall’estetica dei manga ai codici del videogioco (Final Fantasy), dalla tradizione pittorica giapponese al simbolismo contemporaneo. Il lancio nello spazio di HITEN non è solo una consacrazione, ma un gesto coerente con un’opera che ha sempre cercato altrove.

Come ha dichiarato Fabio Viola, curatore della mostra romana:
“Amano è un artista che ha sempre guardato oltre, mescolando oriente e occidente, antico e futuribile. Il viaggio di HITEN nello spazio è un gesto profondamente coerente con la sua poetica.”