MILANO – La Digital Week di Milano si è conclusa con la conferenza dal titolo “Arte e digitale: in viaggio tra percezione e coscienza”, ospitata presso il Centro Svizzero di Milano. L’incontro ha esplorato il rapporto sempre più stretto tra l’arte e le nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale (IA), mettendo in luce il potenziale di quest’ultima nell’ampliare la creatività e la percezione artistica.
Durante l’evento, i relatori hanno discusso come le tecnologie digitali stiano cambiando il modo in cui interagiamo con l’arte, favorendo nuove forme di espressione e ridefinendo i paradigmi artistici. Si è parlato di come la “percezione digitale” possa contribuire alla nascita di nuove estetiche e modalità di fruizione delle opere, trasformando l’arte in un’esperienza multisensoriale e interattiva.
Secondo Nicola Felder, Console Generale Aggiunto di Svizzera, l’approccio al digitale non è solo tecnologico, ma coinvolge anche questioni etiche e morali, essenziali per costruire una società più inclusiva e consapevole. Felder ha sottolineato, appunto, l’importanza di adottare un approccio etico nell’uso delle tecnologie per far fronte alle sfide future.
Intelligenza Artificiale e creatività: che cosa significa arte?
Un punto centrale della discussione è stato il ruolo dell’intelligenza artificiale nella creazione artistica. Il panel “Coscienza e digital art. Ruolo della coscienza nello sviluppo dell’arte digitale” ha sollevato domande sul significato dell’arte e su cosa possa essere considerato veramente artistico quando una macchina è coinvolta nel processo creativo.
Raffaella Folgieri, docente di Intelligenza Artificiale all’Università degli Studi di Milano, ha citato Michelangelo, ricordando che l’arte non si realizza solo con le mani, ma con la mente. Questo porta a riflettere se l’IA sia semplicemente uno strumento o un’entità in grado di partecipare alla creazione artistica. Le opinioni divergenti hanno stimolato il pubblico a considerare se l’interazione con l’IA possa portare realmente alla nascita di un nuovo tipo di consapevolezza artistica.
“Qui la partita si gioca in due: in primo luogo aumentare la consapevolezza e la capacità di essere veramente dei creativi con questi strumenti e non degli utilizzatori; in secondo luogo, rendersi conto che questo mondo digitale non è tecnologico e basta ma è un ambiente e una dimensione culturale con la quale fare i conti” – ha dichiarato Maria Grazia Mattei, fondatrice e presidente Meet & digital culture center di Milano.
Il metaverso umanista: un viaggio digitale tra arte e conoscenza
La conferenza ha visto anche la presentazione del progetto “LQV – La Quinta Via”, un metaverso umanista curato da Sebastiano Deva, CEO e art director di Innereo. Questo “serious game” si svolge in una ricostruzione virtuale del quartiere delle Cinque Vie di Milano e permette agli utenti di esplorare temi legati all’arte, alla magia e all’interpretazione, accompagnati da un avatar basato su intelligenza artificiale.
Ispirato al Secretum di Francesco Petrarca, il progetto mira a far riflettere sulla coscienza e sull’evoluzione personale attraverso l’uso della gamification e della narrazione artistica, “partendo dal libro più esoterico di Petrarca ‘Esoterum’”. Questa iniziativa rappresenta un esempio di come l’arte digitale possa andare oltre il mero cambiamento tecnologico, proponendo una nuova dimensione culturale e sensoriale.
Sensi e arte: oltre le percezioni tradizionali
La giornata si è conclusa con il panel “Sensi e arte: arte dei sensi o che oltrepassa i sensi?”, moderato dal giornalista e saggista Giacomo Maria Prati. Gli interventi hanno esplorato la sfida di creare opere digitali che superino le percezioni umane tradizionali, mettendo in discussione i confini tra ciò che è considerato “reale” e l’immateriale. I partecipanti hanno analizzato come l’arte digitale possa portare a nuove forme di consapevolezza, attraverso esperienze immersive che trascendono i limiti fisici e sensoriali.
Luca Maria Gambardella, co-creatore di The Sense Gallery e professore di intelligenza artificiale presso l’USI di Lugano, ha enfatizzato la capacità dell’arte di avvicinare il pubblico all’intelligenza artificiale, mostrando come la creatività umana possa essere influenzata e arricchita dalle nuove tecnologie. D’altra parte, il regista e coreografo Daniele Finzi Pasca ha sottolineato che il digitale rappresenta un nuovo strumento per l’espressione artistica, ma che solo pochi riescono a sfruttarlo in modo veramente innovativo.
Un ponte tra arte, tecnologia e società
La conferenza ha riunito oltre duecento esponenti del mondo culturale, artistico, accademico e finanziario. L’evento ha messo in luce come l’integrazione tra creatività e tecnologia possa aprire nuovi orizzonti, spingendo artisti, studiosi e pubblico a ripensare la relazione tra l’arte e il mondo digitale.
Il dibattito ha, in definitiva, evidenziato come le nuove tecnologie, se utilizzate con consapevolezza e approccio etico, possano arricchire l’esperienza artistica e contribuire a creare una società più inclusiva e connessa.