BOLOGNA – La Fondazione MAST di Bologna ospita dal 7 maggio la mostra Displaced, a cura di Urs Stahel, che vede protagonista l’opera del fotografo irlandese Richard Mosse.
Migrazione, conflitti e cambiamento climatico sono al centro della ricerca di Mosse, che affronta queste tematiche in maniera inusuale, attraverso immagini che si collocano tra la fotografia documentaria e l’arte contemporanea, riuscendo “a coniugare sapientemente spettacolarità, contesto e contenuto, concretezza e metafora, osservazione e riflessione. Il risultato delle sue indagini sono immagini di grande effetto, mai ostentate o spettacolarizzate” – sottolinea Stahel. “Richard Mosse – spiega il curatore – crede fermamente nella potenza intrinseca dell’immagine, ma di regola rinuncia a scattare le classiche immagini iconiche legate a un evento. Preferisce piuttosto rendere conto delle circostanze, del contesto, mettere ciò che precede e ciò che segue al centro della sua riflessione. Le sue fotografie non mostrano il conflitto, la battaglia, l’attraversamento del confine, in altri termini il momento culminante, ma il mondo che segue la nascita e la catastrofe. L’artista vuole sovvertire le convenzionali narrazioni mediatiche attraverso nuove tecnologie, spesso di derivazione militare, proprio per scardinare i criteri rappresentativi della fotografia di guerra”.
La mostra presenta 77 fotografie di grande formato inclusi i lavori più recenti della serie Tristes Tropiques (2020), realizzati nell’Amazzonia brasiliana. Oltre a queste straordinarie immagini, la rassegna propone anche due monumentali videoinstallazioni immersive, The Enclave (2013) e Incoming (2017), un grande video wall a 16 canali Grid (Moria) (2017) e il video Quick (2010).
Si va dai primi lavori scattati in Bosnia, Kosovo, nella Striscia di Gaza, lungo la frontiera tra Messico e Stati Uniti caratterizzati dall’assenza quasi totale di figure umane, che documentano le zone di guerra dopo gli eventi, alla serie Infra ambientata in Congo utilizzando Kodak Aerochrome, una pellicola da ricognizione militare sensibile ai raggi infrarossi, messa a punto per localizzare i soggetti mimetizzati.
Con l’imponente videoinstallazione in sei parti The Enclave, progetto gemello di Infra, realizzata per il Padiglione irlandese della Biennale di Venezia del 2013, Mosse svela il contrasto tra la magnifica natura della foresta della Repubblica Democratica del Congo e la violenza dei soldati dell’esercito e dei ribelli.
La serie fotografica Heat Maps e l’installazione audiovisiva Incoming sono lavori realizzati tra il 2014 e il 2018 dove Mosse si è concentrato sulla migrazione di massa e sulle tensioni causate dalla dicotomia tra apertura e chiusura dei confini, tra compassione e rifiuto, cultura dell’accoglienza e rimpatrio.
Straordinarie sono le immagini dei campi profughi Skaramagas in Grecia, Tel Sarhoun e Arsal in Libano, Nizip in Turchia, Tempelhof a Berlino e molti altri: qui Mosse impiega una termocamera in grado di registrare le differenze di calore nell’intervallo degli infrarossi. Si tratta di una tecnica militare che consente di “vedere” le figure umane fino a una distanza di trenta chilometri, di giorno come di notte. Le immagini sono apparentemente nitide, precise e ricche di contrasto. A un esame più attento, invece, non si riescono a distinguere i dettagli ma solo astrazioni: persone e oggetti sono riconoscibili solo come tipologie, nei loro movimenti o nei contorni, ma non nella loro individualità e unicità.
Per produrre il video wall del 2017 Grid (Moria), Mosse si è recato più volte nell’omonimo campo profughi sull’isola greca di Lesbo, noto per le sue pessime condizioni. Le riprese sono state effettuate con termografia ad infrarosso e l’opera è costituita da 16 schermi che propongono lo stesso spezzone a diversi intervalli. Il video Quick del 2010 è invece un filmato che ricostruisce la genesi della icerca di Mosse e della sua pratica artistica, attraverso temi a lui cari, come la circolazione del virus Ebola, la quarantena e l’isolamento, i conflitti e le migrazioni, muovendosi tra la Malesia e il Congo orientale.
Accompagna la mostra un catalogo edito dalla Fondazione MAST, distribuito da Corraini, disponibile in libreria e online su www.mast.org e www.corraini.com.
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Vademecum
RICHARD MOSSE
DISPLACED
Fondazione MAST
7 maggio 2021 – 19 settembre 2021
Via Speranza, 42 – Bologna
https://www.mast.org/
Ingresso gratuito solo su prenotazione
Orari: martedì – domenica 10:00 – 20:00