VENEZIA – Prende il via il 5 settembre la mostra “HYPERVENEZIA” , a cura di Matthieu Humery, conservatore presso la Collection Pinault, che presenta l’ambizioso “Venice Urban Photo Project”, progetto ideato e realizzato da Mario Peliti (Roma, 1958), architetto di formazione, editore e gallerista.
Con l’esposizione, realizzata in occasione dei 1600 anni dalla fondazione di Venezia, riapre Palazzo Grassi, chiuso da sei mesi per manutenzione.
La mostra
L’evento espositivo propone un percorso immersivo al primo piano espositivo di Palazzo Grassi attorno a tre istallazioni.
Circa 400 fotografie ripercorrono un ideale itinerario per i sestieri di Venezia, una mappa site-specific della città composta da un mosaico di circa 900 immagini geolocalizzate che offrono una panoramica di Venezia e un’installazione video di oltre 3.000 fotografie che scorrono accompagnate da una composizione musicale inedita realizzata per la mostra dal noto musicista e compositore Nicolas Godin, membro del duo di musica elettronica “Air”.
Il progetto di Peliti inizia nel 2006 con la mappatura sistematica di Venezia attraverso le sue fotografie, che intende restituire una rappresentazione inedita dell’intero tessuto urbano nella sua complessità e continuità. Gli scatti sono realizzata dapprima in pellicola e dal 2013 in formato digitale. Il progetto recupera il rigore metodologico e formale delle grandi campagne dei maestri dell’Ottocento e del Novecento – da Charles Marville a Eugène Atget, da Gabriele Basilico a John Davies – al fine di restituire una percezione, la più esaustiva possibile, della città come appare all’inizio del nuovo millennio.
Le immagini, a oggi oltre 12.000, sono scattate seguendo le stesse modalità di ripresa: in bianco e nero, senza ombre portate e in assenza di persone. Questi aspetti, apparentemente secondari, consentono di dare unitarietà temporale alla percezione della città.
La peculiarità di questo archivio è rappresentata, oltre che dalla sua entità, all’omogeneità della visione, dalla coerenza delle modalità di ripresa e dal continuo approfondimento nella conoscenza della città da parte dell’autore.
“HYPERVENEZIA” offre un’esperienza visiva radicale: la Venezia che conosciamo scompare e lascia emergere una Venezia parallela, vuota e atemporale. Dalla Serenissima presentata nella sua materialità pura emana questa stranezza inquietante che caratterizza qualunque città rimasta senza abitanti.
La conclusione della ricognizione fotografica è prevista per il 2030. Alla fine del 2018 è stato firmato un accordo tra Mario Peliti, l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD), e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia, finalizzato alla valorizzazione di Venice Urban Photo Project attraverso la creazione di un fondo digitale – Venice Urban Photo Archive – presso l’ICCD.
La mostra resterà aperta al pubblico fino al 9 gennaio 2022.
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