MILANO – In occasione del centenario dalla nascita di Enrico Baj (1924-2003), la Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale a Milano ospita una straordinaria mostra dedicata a uno dei protagonisti più poliedrici della neoavanguardia italiana e internazionale.
Promossa dal Comune di Milano-Cultura e realizzata da Palazzo Reale con Electa, l’esposizione è curata da Chiara Gatti e Roberta Cerini Baj. Si tratta di un viaggio attraverso una cinquantina opere che ripercorrono le principali fasi creative dell’artista, dal 1950 fino agli inizi degli anni 2000.

L’opera dissacratoria di Enrico Baj
Baj è noto per aver co-fondato il movimento dell’arte Nucleare insieme a Sergio Dangelo, sviluppando un linguaggio fortemente ironico e critico nei confronti del potere e delle convenzioni sociali. Tra le opere esposte spiccano figure iconiche come i Generali, larvali creazioni antropomorfe e parodiche che rappresentano l’autoritarismo e la guerra.
L’artista non si limita però a rappresentazioni politiche: i suoi lavori spaziano dall’astrazione gestuale alle invenzioni surrealiste, con una costante presenza di elementi fantastici e fantascientifici. I Meccano, un esercito di creature meccaniche, sono un esempio dell’approccio di Baj, in cui l’arte diventa strumento di dissacrazione e riflessione critica.

“Sfuggire al controllo e all’omologazione, al robot e ai suoi simili – scrive la curatrice Chiara Gatti – è la missione del capitano Baj che ha contrapposto alle possibilità del pensiero elettronico, gli imprevisti dell’immaginazione, quell’arte che è invenzione di forme e di linguaggi, quell’ironia che sfugge a qualsiasi valutazione oggettiva, quel senso dell’umorismo che è frutto di un puro piacere intellettuale. Sono queste le armi, gli scudi spaziali e le spade-laser che Baj ha affilato contro ogni potere livellante e ogni rete di comunicazione invasiva volta a innescare un processo di impoverimento destinato a svuotare il linguaggio di significati e di poesia”.

I Funerali dell’anarchico Pinelli
Tra i momenti centrali della mostra troviamo I Funerali dell’anarchico Pinelli, opera esposta per la prima volta in un percorso antologico. Questo capolavoro, che rappresenta un momento cruciale della storia italiana, dialoga con altre opere di Baj, creando un ponte tra l’impegno politico dell’artista e il suo stile inconfondibile, sempre sospeso tra ironia e denuncia sociale.
Un allestimento scenografico
L’allestimento, progettato da Umberto Zanetti, ZDA Zanetti Design Architettura con la sponsorizzazione tecnica di UniFor per gli allestimenti, sfrutta gli spazi monumentali della Sala delle Cariatidi. Attraverso l’uso di specchi e soluzioni site-specific, le opere di Baj sono presentate in un crescendo di forme e dimensioni che cattura lo spettatore, culminando nella monumentale ricostruzione dell’Apocalisse: un polittico di quasi 100 metri quadrati ispirato al Giudizio Universale di Michelangelo, popolato da figure grottesche e demoniache arrampicate e urlante fino al soffitto.

Sezioni tematiche della mostra
La mostra si suddivide in dieci sezioni tematiche che analizzano i diversi aspetti della riflessione di Baj. Dalle opere nucleari ai celebri Ultracorpi, fino ai Generali e ai Meccano, ogni sezione esplora l’evoluzione del pensiero dell’artista, sempre intriso di un forte potere immaginifico. In esposizione, non solo pittoriche ma anche sculture e assemblaggi, in dialogo con il contesto storico della sala.
In parallelo alla mostra di Milano, il progetto BAJ. Baj chez Baj si sviluppa anche a Savona e Albissola Marina, dove sono esposti i lavori in ceramica dell’artista.

Il catalogo
Questi due percorsi, documentati in un unico catalogo edito da Electa, offrono una visione complementare del genio di Baj, sottolineando la sua versatilità e creatività. Il volume è un’opera preziosa che documenta la complessa e affascinante cosmogonia di un artista che ha saputo raccontare il Novecento con un linguaggio unico, ironico e anticonformista.
Vademecum
Milano, Palazzo Reale
8 ottobre 2024 – 9 febbraio 2025
a cura di
Chiara Gatti e Roberta Cerini Baj