Lucian Freud, pittore tedesco vissuto in Inghilterra, il cui nonno era il celebre psicoanalista Sigmund, è stato uno dei più acclamati artisti figurativi del novecento. Oggi attraverso il cinema balza alla conoscenza del grande pubblico una sua opera del 2002 “Naked portrait” che fece a Kate Moss, top model britannica, allora tra le più famose al mondo.
“Moss & Freud”, nel Grand Public della XX Festa del Cinema di Roma, è il film che racconta la relazione tra l’artista e la sua modella, seguendo passo passo la nascita e lo svolgimento del lavoro pittorico di Freud, che riproduce una Kate Moss distesa nuda sul letto, incinta della figlia Lila Grace, il cui padre è l’allora compagno Jefferson Hack, direttore di Dazed, magazine di moda, musica, letteratura e arte in genere.

Il film è interessante perché mostra il nesso tra creazione e connessione emotiva nei rapporti umani, senza i quali un’opera d’arte non potrebbe essere fecondata. In qualche modo la casuale gravidanza della modella diventa in questo caso un simbolo del legame tra creatività artistica e creatività biologica.
Nel 2001, Kate Moss che allora aveva 27 anni, all’apice di una carriera iniziata a 14, non era felice, cosa spesso accaduta ai bambini prodigio. La Moss ai tempi beveva molto, si drogava, disperdeva le sue energie in notti di sesso e solitudine. In una intervista a Dazed aveva dichiarato che le sarebbe piaciuto essere ritratta da Lucien Freud e il pittore, letta l’intervista, le propose l’incontro.
Il film mostra che si videro per la prima volta alla National Gallery di fronte a Diana e Atteone di Tiziano, il quadro preferito di Freud e che si trovarono reciprocamente affascinanti, per quel quid che misteriosamente trasmette ogni persona di straordinaria bellezza: il che non è bellezza esteriore, ma anche personalità.
Così, nonostante i mille impegni, Kate Moss decise di posare per nove mesi nello studio dell’artista, già noto per la sua severità nel lavoro, cosa che significava sedute estenuanti. Nel film di James Lucas si intuisce che il rigore bene faceva alla sbandata Kate Moss e l’aiutò a trovare un maggiore equilibrio.

Freud insegnò alla modella l’importanza della disciplina, la cura e la passione del lavoro come senso dell’esistere, talento che a lei mancava. Lei gli portò la sua giovinezza, fatta di istintiva leggerezza, bellezza e fuoco vitale. Un connubio che il regista James Lucas rende bene in un film patinato ma mai stucchevole.
Opera elegante come una porcellana, che non disdegna di mostrare il sangue dietro il glamour e l’importanza di generare sia un’opera pittorica, sia un figlio, sia la vita in sé.
Regia di James Lucas. Un film con Derek Jacobi, Ellie Bamber, Jasmine Blackborow. Genere
Drammatico – Gran Bretagna, Nuova Zelanda, 2025, durata 100 minuti.








