MILANO – Cosa accade prima che il cinema prenda vita? Quali segreti si nascondono dietro la costruzione di una scena, di un personaggio, di un’intera narrazione visiva? La mostra A Kind of Language: Storyboards and Other Renderings for Cinema, curata da Melissa Harris e ospitata dall’Osservatorio di Fondazione Prada a Milano, si propone di rispondere a queste domande, svelando il processo creativo che precede la realizzazione di un film.
Dal 30 gennaio 2024, nei suggestivi spazi che dominano la Galleria Vittorio Emanuele II, oltre mille materiali d’archivio tracciano un percorso dedicato alla complessità e all’ingegnosità della macchina cinematografica.
Lo storyboard, il linguaggio visivo del cinema
Al centro della mostra è lo storyboard, uno strumento nato agli albori del cinema d’animazione e adottato dai grandi registi per progettare visivamente le loro opere. Dai disegni pionieristici di Walt Disney agli schizzi preparatori di Hayao Miyazaki, passando per autori come Hitchcock, Fellini e Almodóvar, gli storyboard rivelano il potenziale narrativo della linea e del tratto, capaci di anticipare l’intensità e il dinamismo di una sequenza cinematografica.
Lo storyboard non è solo una guida tecnica, come spiega, infatti, Melissa Harris, è uno strumento di riflessione, capace di suggerire relazioni tra i personaggi, sviluppi narrativi e scelte estetiche. ”Può anche aiutare a correggere i problemi, per esempio quando qualcosa non sembra del tutto convincente in un personaggio o in un’interazione fisica, e offrire un riferimento visivo agli attori. Sul piano tecnico, gli storyboard possono aiutare il regista a determinare le angolazioni più efficaci per l’illuminazione e le riprese, o il miglior modo di impiegare le dissolvenze ed eventuali effetti speciali“.
Oltre lo storyboard: materiali che danno forma al cinema
Tra i materiali esposti compaiono quaderni di appunti, sceneggiature annotate, scrapbook e fotografie, tutti tasselli indispensabili per raccontare la complessità del processo creativo. Ogni elemento testimonia il dialogo tra le diverse professionalità coinvolte nella produzione cinematografica, dalle idee iniziali alla loro traduzione visiva.
Un focus speciale è dedicato ai materiali di animazione, con opere che attraversano quasi un secolo di storia, dai Fleischer Studios allo Studio Ghibli. Non mancano poi le tracce di grandi capolavori, come i bozzetti di Psycho di Hitchcock o i disegni preparatori di La strada di Fellini.
Un allestimento che racconta il processo creativo
Ideato da Andrea Faraguna dello studio Sub di Berlino, l’allestimento riflette il tema centrale della mostra: il processo. I tavoli espositivi, ispirati alle scrivanie degli artisti di storyboard, invitano i visitatori ad entrare in contatto con i materiali da vicino e osservare la narrazione visiva svilupparsi scena dopo scena. Ogni tavolo è dedicato a un film specifico, trasformando l’esperienza in un viaggio tra le pieghe dell’immaginazione cinematografica.
Tra i più di cinquanta autori in mostra spiccano nomi come Ingmar Bergman, Pier Paolo Pasolini, Steven Spielberg, Agnès Varda e Wim Wenders. La selezione abbraccia non solo registi e sceneggiatori, ma anche animatori, coreografi, direttori della fotografia e artisti visivi, sottolineando l’interdisciplinarità che rende unico il processo cinematografico.