TORINO – Sono immagini forti, violente e molto differenti tra loro. Documentano esattamente un secolo di storia. Sono le foto della mostra, curata da Diane Dufour, dal titolo Sulla scena del crimine. La prova dell’immagine dalla Sindone ai droni, ospitata dal 27 gennaio al 1 maggio presso Camera, Centro Italiano per la Fotografia.
L’esposizione è stata realizzata lavorando per tre anni sugli archivi della polizia. Undici sezioni in cui si spazia dai primi scatti entrati nelle aule di tribunale, fino alle foto satellitari usate dalle organizzazioni per i diritti umani per denunciare l’uccisione di civili, come nel caso degli attacchi con i droni.
Una mostra fotografica anomala nel suo tetro fascino, che invita a chiedersi se la fotografia artistica e quella forense siano davvero così diverse? Entrambe dovrebbero fermare un attimo rendendolo immortale, certo è che nel secondo caso la fotografia dovrebbe divenire effettivamente un occhio infallibile per documentare la verità. Lo scopo della mostra è dunque anche quello di esplorare contemporaneamente la potenza e i limiti del mezzo fotografico nella ricerca della verità. Infatti la verità che esce da queste prove appare tutt’altro che scontata. È anzi stata duramente conquistata, e nessuna immagine sarà mai vista abbastanza volte o da un numero sufficiente di persone fino al punto di renderla immortale e metterla al sicuro dai negazionismi. Le lenti fotografiche sono state chiamate “obiettivi”, la speranza era infatti quella che potessero salvare dai dubbi che si accompagnano alla soggettività, ma la diversa interpretazione di una fotografia, invece, può tutt’ora avere pesanti conseguenze geopolitiche e umanitarie. Una mostra insomma con più livelli di lettura che esamina le potenzialità del mezzo fotografico.
Vademecum
Sulla scena del crimine. La prova dell’immagine dalla Sindone ai droni
Torino, CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia
dal 27 gennaio al 1 maggio
Info +39.011.0881150 camera@camera.to