ROMA – “Gli investimenti in cultura in Italia sono centrali delle scelte strategiche del Paese”. E’ quanto affermato dal Ministro della Cultura, Dario Franceschini , alla seconda giornata del Forum di Impresa Cultura Italia-Confcommercio, in corso fino a domani al teatro Regio di Parma.
Franceschini ha quindi ricordato: “Da quando sono diventato Ministro nel 2014, ho detto entrando al Quirinale: ‘mi sento a essere chiamato a guidare il Ministero economico più importante del paese’, non era una battuta o una provocazione”.
Investire nel contemporaneo e nei giovani talenti
Il ministro ha poi aggiunto: “La pandemia tra le tante drammatiche cose negative, come tutte le crisi ha portato anche conseguenze positive. Il Paese ha capito cos’è l’Italia con cinema, teatri e musei chiusi, senza turisti, senza musica nelle piazze, hanno capito che sarebbe un altro paese. Investire in cultura è una grande scelta strategica del Paese ed è anche una condizione per crescere in fretta in maniera sostenibile e credibile dopo la pandemia”.
“Siamo il Paese che ha investito la quota percentuale più alta nel Recovery Plan destinato alla cultura”.
“Al lavoro di tutela e valorizzazione dello straordinario patrimonio culturale materiale e immateriale che ci hanno lasciato le generazioni prima di noi – ha sottolineato Franceschini – va affiancato un lavoro di investimento. In passato abbiamo investito poco in arte contemporanea, architettura contemporanea e arti creative e invece c’è un patrimonio pazzesco di grandi maestri e giovani nuovi talenti che aspettano un segno per esplodere.
Non ci capiterà altre volte di avere una finestra di opportunità così unica per il nostro Paese. In emergenza, abbiamo adottato misure integrative e di sostegno. Adesso si tratta di fare un investimento strutturale e il Recovery andrà in questo senso, per fare in modo che l’investimento nella cultura, soprattutto nella parte delle industrie culturali e creative, sia una grande risorsa del Paese su cui credere tutti” – ha concluso il titolare di via del Collegio Romano.