ROMA – Il 29 dicembre è stato pubblicato dal ministero dei Beni culturali un bando per l’assunzione di 29 volontari del Servizio Civile Nazionale per il progetto “Archeologia in Cammino“, in occasione del Giubileo straordinario della Misericordia.
Le associazioni del Coordinamento Confassociazioni Beni e Professioni Culturali, la Rete della Conoscenza, gli animatori della campagna “Mi Riconosci? Sono un professionista dei Beni Culturali” e la Cia hanno denunciato la gravità e la pericolosità del suddetto bando in un settore così particolare nel quale si è già diffuso l’impiego del volontariato in sostituzione di professionisti retribuiti.
Il portavoce della campagna Leonardo Bison ha dichiarato a proposito dei compiti che i volontari dovranno assolvere: “Non avranno solo il compito di vigilare il patrimonio museale e archeologico e di svolgere funzioni di accoglienza, ma saranno chiamati a collaborare nella raccolta delle documentazione e delle informazioni sui beni presenti su territorio, nel reperimento di fotografie attuali e storiche, nonché alla creazione delle schede scientifiche con foto sulle caratteristiche storico-artistico-culturali dei beni presenti sul territorio, attività espressamente legate alla ricerca e ai servizi professionali”.
“Dopo aver esaminato il bando – ha spiegato Andrea Cipriani, presidente della Ragione del Restauro – confermiamo la nostra più ferma contrarietà. Siamo di fronte all’ennesimo e inaccettabile caso di utilizzo improprio del volontariato nei Beni Culturali”.
Anche Angelo Restaino, presidente di Archimha, ha sottolineato che non si tratta di volontari in senso stretto, ma di servizio civile volontario “di cui non vogliamo negare la funzione di condivisione di valori comuni e fondanti l’ordinamento democratico”. “Ma in un paese con il 45% di disoccupazione giovanile – ha aggiunto Salvo Barrano, presidente di Confassociazioni beni e professioni culturali, il volontariato rischia di entrare a gamba tesa sulle competenze, innescando una pericolosa concorrenza al ribasso sulla pelle del patrimonio culturale e degli esperti del settore”.
Beatrice Mastrorilli, presidente di Sau, e Stefania Ventra, presidente di Startim, hanno parlato di “mortificazione della professionalità e della dignità” facendo riferimento all’indennità prevista che sarebbe di 433,80 euro mensili, senza garanzie per vitto e alloggio ma richiedendo flessibilità negli orari e disponibilità per i giorni festivi.
Infine Nadia Di Bella, responsabile di Gbea ha rimarcato: “Riteniamo il bando grave per i suoi contenuti e molto pericoloso, in quanto rischia di sdoganare definitivamente, essendo un progetto
del ministero stesso, il lavoro gratuito o semi-gratuito di volontari in sostituzione di professionisti esperti e retribuiti, in un settore dove l’uso improprio del volontariato è già troppo diffuso a livello di enti locali e singole istituzioni”.
Insomma per tutti questi motivi le associazioni chiedono al Mibact il ritiro del bando, aggiungendo che “è necessario un impegno per scongiurare l’utilizzo improprio del Servizio civile nazionale come escamotage a buon mercato per far fronte alla disoccupazione giovanile nel settore dei Beni culturali”. Viene quindi richiesto al ministro Dario Franceschini un tavolo di confronto tra Mibact, associazioni professionali e presidenza del Consiglio tramite il dipartimento della Gioventù per rivedere l’impostazione stessa dell’istituto del Servizio civile.
In caso di mancato passo indietro da parte del ministero le associazioni fanno sapere di valutare iniziative comuni di protesta.