FIRENZE – Con the hollow men, Giulia Cenci (Cortona, 1988) apre il ciclo espositivo del Project Space, il nuovo ambiente di Palazzo Strozzi destinato alla ricerca artistica contemporanea. L’allestimento – curato dal direttore Arturo Galansino – introduce una scultura che interroga lo spazio nella sua dimensione materiale e simbolica, sfruttando il cortile rinascimentale come soglia d’accesso a un paesaggio scarnificato e perturbante.
Scultura come organismo disarticolato
Il lavoro di Cenci si costruisce attraverso l’accumulo e l’innesto. Scarti industriali, forme organiche, figure antropomorfe si assemblano in corpi ibridi che sfuggono alla classificazione. Al centro della sala, un sistema di coclee – macchine arcaiche per lo spostamento dell’acqua – introduce un movimento potenziale che resta in attesa. Attorno si dispone una costellazione di presenze silenziose: anatomie precarie, posture ambigue, superfici segnate da una memoria corrosa.
Ogni elemento convive con l’altro in una logica di equilibrio instabile. La tecnica scultorea recupera l’attrito tra materiali, la tensione tra solidità e disfacimento. Le opere occupano lo spazio come resti sopravvissuti a una catastrofe: la loro forma rimanda a una biologia sconosciuta, segnata da trasformazioni in corso.
“Le mie sculture – spiega l’artista – parlano di ibridazione e transitorietà nel mondo contemporaneo. Si confrontano con un’architettura solida, storica, apparentemente immutabile come quella di Palazzo Strozzi. È in questo attrito che si è generato qualcosa di vivo: un dialogo tra tempo, materia e percezione“.
Presenze residuali in un tempo indeterminato
Il titolo del progetto richiama la poesia The Hollow Men di T.S. Eliot, evocando figure spogliate di volontà, sospese tra memoria e fine. L’opera di Cenci assorbe questo riferimento, senza farne citazione illustrativa. Le sue sculture si pongono come entità intermedie, frammenti di un sistema corporeo e percettivo non più riconducibile a un’identità stabile. Il tempo evocato non è lineare: le figure sembrano emerse da un remoto futuro o da un passato fossile, attraversando il presente senza collocazione precisa.
Nella sala adiacente, una figura tricefala si irrigidisce in una posa interrotta. Poco oltre, una serie di disegni restituisce la fase germinale del processo, in un gesto più diretto, vicino al pensiero che precede la forma.

Un progetto che apre una nuova modalità espositiva
Il Project Space si configura come luogo di relazione tra produzione artistica e contesto. L’intervento di Giulia Cenci dialoga con l’architettura storica senza aderire a logiche mimetiche. L’opera si impone come corpo estraneo, capace di alterare le coordinate percettive del palazzo. La scelta curatoriale punta su una scultura che rifiuta l’effetto, e lavora invece sull’erosione delle forme canoniche.
The hollow men è come campo visivo frammentato, dove ogni dettaglio rimanda a una crisi di riconoscibilità. L’assemblaggio, anziché connettere, crea distanza. In questa condizione di spaesamento si attiva una riflessione profonda sui residui del visibile e sulle tracce che attraversano tempo, corpo e memoria.
“Inaugurare questo spazio con un progetto di Giulia Cenci – afferma Galansino – significa affermare l’urgenza di una pratica che unisce profondità concettuale e potenza visiva, in cui la materia artistica diventa espressione della condizione contemporanea“.
Vademecum
Giulia Cenci
the hollow men
ORARI:
Tutti i giorni 10.00-20.00, giovedì fino alle 23.00
(ultimo ingresso un’ora prima dell’orario di chiusura)
Ingresso libero
INFO:
www.palazzostrozzi.org / T. +39.055.2645155