MILANO -. L’Adorazione dei Magi di Sandro Botticelli, uno dei più celebri dipinti del Rinascimento italiano, approda a Milano. Dal 29 ottobre 2024 al 2 febbraio 2025, il dipinto sarà esposto al Museo Diocesano Carlo Maria Martini per “Capolavoro per Milano”. Giunta alla sua sedicesima edizione, l’iniziativa consente ogni anno di ammirare da vicino un’opera d’arte di inestimabile valore, proveniente dai più importanti musei del mondo. L’edizione 2024, curata da Daniela Parenti e Nadia Righi, si preannuncia particolarmente ricca di spunti di riflessione.
L’Adorazione dei Magi e l’omaggio ai Medici
Realizzata intorno al 1475, l’Adorazione dei Magi fu commissionata da un ricco uomo d’affari dell’epoca, Gasparre del Lama, per la cappella dedicata ai Magi nella chiesa di Santa Maria Novella a Firenze. In seguito alla caduta in disgrazia del mecenate, l’opera entra nella collezione della famiglia dei Medici, come si evince dagli inventari di fine XVI secolo, e viene esposta agli Uffizi a partire dal 1796.
Il tema dell’Adorazione dei Magi era particolarmente caro alla famiglia Medici. La scelta di questo soggetto da parte di Botticelli non fu casuale: da un lato, voleva celebrare la figura di Gasparre del Lama, il cui nome evocava uno dei tre Re Magi; dall’altro, intendeva rendere omaggio ai Medici, sostenitori della confraternita fiorentina Compagnia dei Magi, con sede a San Marco, a Firenze.
La tavola, oltre al suo profondo significato religioso, racchiude in sé numerosi riferimenti alla società fiorentina del tempo. Botticelli, infatti, inserisce nel dipinto ritratti di personaggi illustri. Tra questi, si riconosce lo stesso Botticelli, raffigurato come un giovane uomo biondo, e il committente Gasparre del Lama, ritratto come un uomo anziano con un manto azzurro.
Un’armonia di sacro e profano
Nel capolavoro, Botticelli dà vita a una composizione dove la Sacra Famiglia, posta su un alto basamento, è il centro focale della scena. La luce divina inonda la scena, creando un’atmosfera di sacralità. Intorno alla capanna, si sviluppa una complessa coreografia di figure: i Magi, con i loro doni, seguiti da una variegata folla di persone.
La composizione è equilibrata e dinamica al tempo stesso: le figure, disposte in gruppi e in pose diverse, creano un senso di movimento e di partecipazione all’evento. I colori sono vivaci e intensi, e i dettagli sono resi con grande precisione.
In questa complessa opera, il sacro e il profano si intrecciano indissolubilmente. La figura del committente, l’uomo con il manto azzurro e con lo sguardo diretto e deciso, sottolinea come la fede nei Medici sia paragonabile alla fede in Dio, e come il loro potere sia visto come una manifestazione della volontà divina.