ROMA – “È con soddisfazione che apprendiamo dai mezzi di informazione che il Ministro Bonisoli pare non abbia alcuna intenzione di approvare il progetto”. A commentare la notizia è Mariarita Signorini, presidente nazionale di Italia Nostra. “Siamo sconcertati – continua – dal moltiplicarsi di proposte di inserire in contesti storici o in parchi urbani di pregio questo genere di ruote: Torino all’interno del Parco del Valentino, Milano al Parco Sempione, Firenze alle Cascine, Pisa a un passo da Piazza dei Miracoli (anche in questo caso “stoppata” grazie al Ministro Bonisoli), Pompei a ridosso degli scavi. Ogni volta lo stesso copione e le stesse caratteristiche, sarà un caso?”.
Italia Nostra si dichiara quindi molto preoccupata perché i Comuni che hanno la fortuna di aver nel proprio territorio un cosiddetto “grande attrattore” turistico-culturale “vogliono solo spremerli per fare soldi, incuranti delle conseguenze sul bene stesso”.
“E allora vai col padiglione moderno che stravolge Palazzo dei Diamanti a Ferrara per ospitare altre mostre spot – si legge in una nota – il Bar ‘psichedelico’ al Castello Maniace di Siracusa, il palco nel Parco Archeologico del Colosseo per il musical ‘Divo Nerone’ mai messo in scena e mai smontato, la proposta di consentire agli ambulanti di invadere di nuovo Piazza dei Miracoli a Pisa, per finire con le Ruote, aperta dichiarazione d’intenti… Italia = Luna Park. Incrementare a dismisura i flussi turistici per venire incontro alle richieste degli operatori del settore, incuranti degli effetti sul tessuto sociale, sulle infrastrutture e sul depauperamento degli stessi attrattori è una politica miope e autolesionista”.
Conclude dunque Mariarita Signorini: “Il ‘caso Venezia’ dovrebbe far riflettere. Il paese che ha più siti Unesco al mondo ma che non sa o non vuole tutelarli. Non è per grazia ricevuta che Pompei esiste, ma perché le tanto vituperate Soprintendenze l’hanno tutelata. Senza quella tutela oggi non esisterebbe alcunché da monetizzare! C’è da essere seriamente preoccupati perché la progettata autonomia differenziata delle Regioni rischia di mettere in mano a simili amministratori beni che appartengono a tutta la nazione”.