ROMA – Il Covid 19 non ferma i lavori al Cenacolo vinciamo a Milano. L’Ultima Cena di Leonardo, la Crocefissione di Donato Montorfano, gli ambienti del Chiostro dei Morti e tutto il complesso di Santa Maria delle Grazie in questi giorni di forzata chiusura al pubblico, infatti, sono oggetto di approfondite indagini diagnostiche effettuate dai tecnici del Mibact che si possono seguire in un video pubblicato sul canale YouTube del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo all’indirizzo https://www.youtube.com/watch?v=xq-gf2w48g0. Un modo attraverso il quale il Mibact vuole mostrare, in un periodo così particolare, non solo ciò che è abitualmente accessibile al pubblico, ma anche il dietro le quinte dei beni culturali con le numerose professionalità che si occupano di conservazione, tutela, valorizzazione.
“In questi giorni il museo non è aperto al pubblico – spiega Emanuela Daffra Direttore del Polo Museale della Regione Lombardia – ma tutto il resto va avanti. Anzi, abbiamo utilizzato questo momento di pausa per accelerare alcuni lavori in programma. I trabattelli che vedete sono montati per permettere indagini molto puntuali su entrambi i dipinti che ornano il refettorio ma anche per verificare con attenzione lo stato di conservazione e salute delle opere”.
Pubblicate con l’hashtag #iorestoacasa, le immagini illustrano i lavori ora in corso al Cenacolo Vinciano, e in particolare le indagini diagnostiche con tecnica a luce radente sui due dipinti presenti nell’ambiente. Il primo a essere interessato è l’affresco raffigurante la crocefissione. “In questi giorni – aggiunge Michela Palazzo Direttore del Cenacolo vinciano – stiamo svolgendo delle indagini particolari sul dipinto ad affresco opera di Donato Montorfano conclusa nel 1495, probabilmente quando Leonardo da Vinci cominciava a intraprendere la sua opera. Si tratta di indagini utili ad approfondire la conoscenza tecnica pittorica del dipinto e in particolare a caratterizzare i materiali pittorici e capire quali pigmenti sono stati utilizzati. Le indagini servono inoltre ad individuare meglio gli interventi conservativi che periodicamente mettiamo in atto in base alle esigenze dei dipinti”. “Grazie alla luce radente – conclude la direttrice del museo – riusciamo ad individuare i segni della lavorazione e dell’intonaco e se ci sono delle “giornate” e capire, quindi come è intervenuto il pittore, da quale parte ha cominciato a dipingere e l’andamento del suo lavoro, individuando anche i segni del disegno preparatorio sottostante”.
Poi sarà il turno dell’Ultima Cena, eseguito con tecnica pittorica diversa e attualmente in uno stato conservativo piuttosto problematico. “L’opera ha molti problemi di conservazione – spiega ancora Daffra – ed è molto rovinato non solo per le vicissitudini vissute nel corso degli anni ma anche per la particolare tecnica usata da Leonardo che invece riusare l’affresco, più resistente, ha scelto di dipingere su una parete come se fosse una tavola, utilizzando olio, tempere e lacche. Non solo perché amava procedere lentamente ma perché questo tipo di pittura gli avrebbe consentito di restituire il “lustro”, cioè la differente reazione delle differenti superfici alla luce”.
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