PARIGI – La scorsa settimana “Il cestino di fragole di bosco” del pittore francese Jean-Baptiste-Siméon Chardin (1699-1779) è stato venduto a Parigi da Artcurial e Cabinet Turquin per 20,5 milioni di euro (24,3 milioni di euro tasse incluse), ben al di sopra della sua stima di 12-15 milioni.
All’asta è stato dunque registrato il nuovo primato per un capolavoro dell’artista del XVIII secolo. Ad accaparrarsi il capolavoro è stato l’antiquario newyorkese Adam Williams che ha “sfidato” un collezionista privato, anche lui statunitense.
L’opera
Esposta dall’artista al Salone del 1761, riscoperta da Eudoxe Marcille un secolo dopo, prima di scomparire dalla vista del pubblico sino alle retrospettive dedicate al pittore organizzate a Parigi nel XX secolo, questa piccola tela di Chardin è diventata nel tempo un’icona dell’arte occidentale, una delle immagini più famose del XVIII secolo francese, regolarmente riprodotta sulle copertine di cataloghi dedicati al pittore.
Si tratta di un splendido dipinto in cui il soggetto è quasi meno importante della sua rappresentazione in volumi e forme, come dimostrano il cilindro dei bicchieri e il triangolo formato dalle fragole. Chardin è soprattutto apprezzato per il silenzio che arieggia nei suoi lavori, la poesia che emana dalla realizzazione di oggetti ordinari, un invito a meditare e un passo indietro rispetto al turbinio coevo.
Il dipinto è direttamente paragonabile con “Il cestino di prugne” (Museo del Louvre di Parigi) e “Il bicchiere d’acqua e la tazza di caffè” (Carnegie Institute of Art di Pittsburg), datate allo stesso periodo ed entrambe considerate come capolavori assoluti. All’epoca dell’esecuzione, Chardin era all’apice della sua carriera come artista. La virtuosità del pittore è evidente nell’incredibile trasparenza dell’acqua nel bicchiere, la rappresentazione della frutta è sia precisa sia fluida.
Il tentativo del Louvre di bloccare la vendita e di portare il dipinto nella propria collezione
Al momento, però, la vendita del dipinto è stata sospesa in quanto il Louvre ha dichiarato di voler acquisire l’opera d’arte per la propria collezione.
In un’intervista al quotidiano francese Le Figaro, la direttrice del Louvre Laurence des Cars ha spiegato di aver chiesto che il dipinto venga classificato dallo Stato come “tesoro nazionale”. Attribuzione questa che ne impedirebbe la sua esportazione fuori dal paese.
A rendere ancora più complessa la finalizzazione della vendita, secondo The Art Newspaper è il fatto che Artcurial avrebbe richiesto un certificato di esportazione per il dipinto solo 10 giorni prima della vendita, un periodo di tempo troppo breve per ottenerlo.
Tuttavia, in una dichiarazione rilasciata ad Artnet News, i rappresentanti della casa d’aste hanno affermato di “non avere problemi ad aspettare l’esito del processo di prelazione perché consapevoli dell’importanza dell’opera”.